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Una domenica fuori porta spendendo poco, partendo da Rossano: tra mare, arte e buon cibo

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CORIGLIANO-ROSSANO – Non tutti ahimè possono godere del fine settimana lungo e molti, sono costretti ad inventarsi qualcosa da fare durante l’unico giorno libero che si ha, la domenica.

Ai tempi della gioventù sembrava un luogo comune, quasi banale, perché il giorno festivo per eccellenza era semmai dedicato al riposo, dopo i fasti del venerdì e del sabato sera. Passano gli anni, aumentano i conti da pagare per cui si lavora tanto e i soldi per il divertimento, sono pochi. E allora che si fa?

Si prende una boccata d’aria nei dintorni, la cosiddetta gita fuori porta ma fatta con “gusto” ad esempio, praticando un po' di outdoor insieme a una buona esperienza enogastronomica. La fortuna che abbiamo è quella di trovarci in Calabria, nell’alto Jonio cosentino dove i borghi montani si perdono all’orizzonte da un paesaggio costiero che non finisce mai.

Di domenica si sa, non sono ammesse levatacce per cui la partenza è per le 11, con il bel tempo ci si prepara a tutto, mare e montagna e alla fine si decide di non decidere, andiamo dove ci porta il cuore.

Partiamo da Corigliano-Rossano verso nord e già percorrendo la SS 106 vediamo distese di campi pieni di balle di fieno, è iniziato infatti il periodo in cui vengono raccolte e immagazzinate per alimentare gli animali da allevamento. I campi di erba secca brillano al sole e si sente l’odore del fieno, tanto che sostiamo a Villapiana per fotografarli mentre il Pollino è alle loro spalle.

Il mare chiama, calmo e azzurro, ma anche la fame, per cui decidiamo che prima di fare un bagno, il primo della stagione, ci dirigiamo verso l’alto, precisamente ad Oriolo, il bivio è a qualche chilometro da Villapiana. Arriviamo in poco più di 15 minuti e riconosciamo il castello del borgo in lontananza. Ci sono le prime comunioni e i ristoranti sono pieni, ma troviamo una trattoria che ha un tavolo quasi sulla strada, non importa, accettiamo l’offerta dei gestori, perché i piatti che vediamo servire sembrano invitanti. Così come il vino della casa, rosso e corposo, con un retrogusto di ciliegio, gustoso come i cruschi e i cavatelli ai funghi porcini che mangiamo.

Impossibile dopo pranzo non fare un salto alla chiesa Madre di Oriolo, dedicata a S. Giorgio che insieme al castello medievale (XI sec.), è catalogata fra i monumenti nazionali dal Ministero dei Beni Culturali. Struttura tenuta benissimo, così come tutto il borgo. Ma il caldo si fa sentire e quindi decidiamo che è giunto il momento di goderci il mare.

Ritorniamo sulla costa precisamente a Trebisacce anche quest’anno Bandiera Blu, troviamo bagnanti locali immergersi nel mare trasparente. Troviamo un posticino delizioso in cui un grande albero butta i rami sulla battigia e fa ombra in un pomeriggio decisamente assolato.

Immergendo i piedi nell’acqua che non è per niente fredda, ritroviamo l’estate, mentre ad occhio nudo si vedono i fondali verdi del Mare Jonio.

Rientriamo all’imbrunire, rendendoci conto che in una sola giornata abbiamo nutrito la nostra mente e la nostra anima visitando luoghi d’arte e attraversando paesaggi incontaminati e unici, tutto in poche ore, senza fatica e anche spendendo poco.

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive