3 ore fa:Garofalo propone un minuto di silenzio nelle scuole italiane, per i bambini di Gaza
1 ora fa:Gaza, l’appello di Schiavonea a Gattuso cade nel vuoto: «Sono uomo di pace ma con Israele dobbiamo giocare»
1 ora fa:Tradizione, identità e impegno culturale: torna a San Demetrio Corone il Premio Arbëria
39 minuti fa:Il Garante Marziale: «La tutela dei minori torni al centro della politica»
2 ore fa:Caloveto disciplina con un'ordinanza la custodia e la conduzione dei cani
54 minuti fa:Turismo eco-sostenibile: successo per l'evento Musica IN.RI.V.A.
49 minuti fa:Yes I Start Up Calabria: dal 2020 modello europeo virtuoso contro la fuga dal Sud
3 ore fa:Castrovillari accoglie la prima edizione del Festival Organistico Calabrese
2 ore fa:Bloccato un presunto molestatore al White Different Club. Sul caso indagano i Carabinieri
9 minuti fa:Tanti aspiranti medici al “Welcome Day” dell’Università della Calabria

La Calabria ricorda Francesca Morvillo, unica donna vittima della strage di Capaci

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – A trent’anni dalla strage di Capaci, tanto è stato scritto e detto, ma non tutto. In questo giorno di profondo lutto, rimasto immutato dal quel lontano 23 maggio del 1992, lo sgomento assale chiunque.

Sgomento dovuto alla violenza dell’attentato che ha visto uomini di legge, diventare vittime di un vero e proprio massacro. Tra queste, tutte ricordate oggi da fiumi di articoli pubblicati da tutte le testate italiane, vogliamo deporre una virtuale ma sentita corona di fiori sulla stele dell’unica donna il cui nome compare nell’infausto elenco di coloro che persero la vita per mano della furia cieca della criminalità organizzata, Francesca Morvillo.

Moglie di Giovanni Falcone, ormai uomo simbolo dell’Italia che lotta e crede nei valori di legalità e giustizia, è sempre stata l’ombra discreta e sorridente di un marito che ha dominato le scene di cronaca dell’antimafia, degli anni ’80-’90.

Una missione comune quella di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, che ha trovato la sua massima espressione in entrambi, anche se con modalità e sfumature diverse. La Calabria ricorda entrambi e, a Reggio due strade sono state intitolate alla coppia oltre che un arbusto, piantato sempre nella città sullo stretto, in memoria dei due magistrati e dei tre uomini della scorta.

Giovane e bella, magistrato anche lei, siciliana, laureata a soli 22 anni, fu tra le prime donne che, nel 1968, a vincere il concorso in magistratura appena fu accessibile alle donne e nel 1990, fu l’unica donna nominata giudice presso la Corte di Appello di Palermo.

Anche se in punta di piedi, fu sempre impegnata nelle battaglie sociali e culturali con una chiara connotazione antimafia, nella sua Sicilia. Ad esempio, come insegnante in un doposcuola pomeridiano frequentato in prevalenza da ragazzi di famiglie disagiate, di cui molti erano figli di detenuti.

Vogliamo ricordarla così, sorridente e sempre accanto al marito, senza tentennamenti, anche quando ormai il senso terrore si respirava nell’aria.

 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive