Cariati aderisce all’evento nazionale “Il Sud dice no alla mafia”
In occasione della Giornata nazionale della Legalità, nel 30esimo anniversario della strage di Capaci, da Piazza Rocco Trento ci si collegherà con Piazza Montecitorio per partecipare all'iniziativa simbolica
CARIATI – «Raccogliere il sacrificio degli uomini e delle donne che hanno perso la propria vita per combattere la mafia ed il malaffare, figlia dell'ignoranza. Farsi promotori di una più efficace cultura della legalità e partecipi di una vera e propria rivoluzione culturale che punti a difendere la democrazia. Destinatari di questa visione strategica che non può non guardare allo sviluppo e alla crescita dei territori sono soprattutto i giovani, classe dirigente di domani».
È quanto dichiara il Sindaco Filomena Greco sottolineando che si inserisce in questo quadro l'iniziativa nazionale di sensibilizzazione “Il Sud dice no alla mafia” alla quale l'Amministrazione Comunale ha inteso aderire.
In occasione della Giornata nazionale della Legalità, nel 30esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, lunedì 23 maggio, da Piazza Rocco Trento ci si collegherà con Piazza Montecitorio per partecipare all'iniziativa simbolica.
Così faranno tutte le altre città aderenti al progetto Recovery Sud per manifestare solidarietà alla società civile e ai servitori dello Stato che resistono nel Mezzogiorno contro la criminalità organizzata.
Con il coinvolgimento delle scuole, delle parrocchie e della comunità, l'edizione cariatese della manifestazione prevede il raduno in piazza alle ore 11 dove sarà suonato il silenzio. Il collegamento con la capitale sarà alle ore 11,30.
Il Primo Cittadino coglie l'occasione per manifestare solidarietà e vicinanza al Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ancora una volta esposto alla grave minaccia di un attentato da parte della 'Ndrangheta.
«Ci stringiamo anche noi intorno a lui – sottolinea la Greco – a riempire le fila di quella che è stata definita la scorta civile di un uomo e di un percorso, quello della lotta alle mafie e al malaffare, che non deve arrestarsi».