A Mormanno istituzioni e società civile insieme per commemorare la strage di Capaci
La città del Pollino ha ricordato il magistrato insieme ai giovani studenti, ieri piantato anche un albero di ulivo in segno di pace, rinnovato l'impegno istituzionale per la legalità
MORMANNO - «Istituzione pubblica, scuola, forze dell'ordine, società civile insieme nel giorno del trentesimo anniversario della strage di Capaci, in cui morirono Giovani Falcone e la sua scorta. Il primo vero attacco allo Stato da parte della mafia è stato oggi ricordato dall'amministrazione comunale di Mormanno, guidata dal sindaco Giuseppe Regina, e dall'istituto omnicomprensivo con la dirigente Annunziata Galizia, nel corso di una cerimonia nei pressi del plesso formativo della città del Pollino, al quale hanno partecipato anche le forze dell'ordine e la società civile».
Lo comunica il comune di Mormanno attraverso una nota stampa.
«Fare memoria per non dimenticare e rilanciare, soprattutto con i giovanissimi che quel periodo non lo hanno vissuto, il tema dell'impegno e della legalità, del contrasto sano e perentorio ad ogni forma di criminalità organizzata che inquina il vivere civile, prova ad annidarsi nei centri del potere, soffoca l'imprenditoria sana, sconvolge la vita di intere famiglie, sfrutta i giovani, ammazza la speranza». Così il sindaco, Giuseppe Regina, intervenendo alla commemorazione di quella pagina dolorosa e terribile della storia del Paese.
Nel corso della cerimonia nei pressi della scuola di Mormanno è stato piantato anche un ulivo, simbolo di pace e speranza, sottolineando che il bene e il seme lasciato dal sacrificio di Giovanni Falcone prima, e Paolo Borsellino poi, e tanti altri fedeli servitori dello Stato, deve continuare ad essere alimentato nel solco di quella esperienza di giustizia e lotta convinta al malaffare e alle mafie.
Oggi che i fondi del Pnrr si presentano come una grande parentesi di ripartenza per il Paese dobbiamo: «Stare in guardia - ha concluso il sindaco Regina - alla pervasività della criminalità organizzata che proverà a fare bottino di queste risorse, utilizzandole per proprio tornaconto, mentre a noi tutti spetta il compito di vigilare e far si che queste risorse vadano spese a beneficio dei territori e delle comunità che le attendono per un futuro di rinascita dopo la triste parentesi del Covid»