Il comune di Amendolara ha assegnato una casa alla famiglia marocchina scampata all'incendio pochi giorni fa
La vicenda ha visto coinvoilti nei soccorsi anche il comandante dei crabinieri di Trebisacce Mirella Malvasi
AMENDOLARA - Gran gesto di solidarietà del Comune, che ha concesso una casa alla famiglia marocchina scampata per grazia ricevuta, nei giorni scorsi, ad un pauroso incendio che ha praticamente distrutto la loro casa popolare situata nei paraggi del Palazzo di Città, rendendola di fatto inabitabile per come stabilito dai Vigili del Fuoco del Distaccamento permanente di Castrovillari e dai Carabinieri forestali di Trebisacce guidati dal comandante Mirella Malvasi, fresca vincitrice della XXI edizione del Premio Nazionale Umberto Zanotti Bianco, prontamente intervenuti sul posto del rogo.
Il sindaco Pasquale Aprile, da padre di famiglia, prim' ancora che da primo cittadino, facendo sue le legittime esigenze del nucleo familiare magrebino, da tempo domiciliato in paese, ha disposto apposito atto di concessione, di un alloggio popolare, per tre mesi, ubicato nel centro storico cittadino. Dove hanno trovato immediatamente ospitalità e riparo, mamma e la sua splendida figlia di 14 mesi, nonchè i nonni della piccola che l'accudiscono. In attesa dell'assegnazione definitiva di un'altra abitazione, considerando che gli stessi sono terzi in graduatoria, e quindi in posizione utile, per aver assegnata una dimora dove poter vivere serenamente.
Il primo cittadino Aprile, forte dell’esperienza di mezzo secolo di vita comunale, tra dipendente e amministratore, e attento e vigile conoscitore del suo paese e della sua gente, non ha perso un solo attimo a vergare il documento di concessione dell'immobile. Per dare dignità e speranza e soprattutto un tetto, in pieno inverno, ad una neonata e ai suoi familiari che, attraverso un loro componente, scampata la paura ed il pericolo, ha voluto ringraziare l'Amministrazione comunale per la vicinanza ricevuta: «Ringrazio tutto il paese per l'aiuto che ci ha dato, ed in particolar modo, il sindaco Aprile, l'avvocato Antonello Ciminelli, l'assessore Paoletta Murgieri, il funzionario comunale Antonio Gallo, i miei vicini di casa Rosaria Madeo, Giorgia Onorato, Franco Corrado, il signor Vito Vespa, la polizia municipale, i Carabinieri, i medici del 118, e i pompieri che non mi hanno lasciato un attimo, badando a me, a mia mamma e soprattutto alla mia bambina».
La giovane donna, ha anche raccontato quei momenti concitati dell'incendio: «Come al solito dopo essermi svegliata, sono andata a preparare la colazione per la bambina, ho messo il latte a riscaldare, ma dopo un pò una bottiglietta di plastica vicino al fuoco, ha iniziato a bruciare. Ho sentito l'odore acre, e sono andata a vedere cosa stesse accadendo: ho trovato l'inferno, con la cucina in fiamme, e seppur ho cercato in tutti modi di spegnere l'incendio, la bambina continuava a starmi dietro e a urlare piangendo, e quando ho visto che ha iniziato a prendere fuoco anche la cappa e tutto ciò che c'era nelle vicinanze, ho iniziato a chiedere aiuto, scappando dall'abitazione. Solo grazie a Dio e agli amendolaresi oggi sono ancora qui viva insieme a mia figlia».