Giudice di pace, nessun rischio chiusura: parola del sindaco Greco
Il primo cittadino sgombra il campo dalle polemiche innescate dall'opposizione: «Non solo l'ufficio non chiude ma l'amministrazione comunale ha anche individuato un apposito responsabile»
CARIATI – «Non soltanto l'ufficio del Giudice di Pace non corre alcun inventato rischio di interruzione delle attività o addirittura di chiusura ma questo, già riaperto soltanto grazie all'impegno ed alla capacità dell'attuale Amministrazione Comunale, risulta coperto da un apposito responsabile del servizio sin dal 15 febbraio scorso, data della relativa delibera con la quale la Giunta Municipale aveva individuato nuovo dipendente».
È quanto ribadisce il Sindaco Filomena Greco definendosi letteralmente scioccata dall'ennesimo tentativo di ribaltamento dei fatti realmente accaduti, di strumentalizzazione del nulla e di solita e sistematica disinformazione della cittadinanza di cui si sono resi protagonisti i consiglieri di minoranza.
«Dimenticando, forse, di esser stati amministratori e quindi corresponsabili anni fa della non individuazione di un cancelliere e quindi della chiusura dell'ufficio del Giudice di Pace, successivamente riattivato – meglio ripeterlo – da noi, alla ricerca continua e affannata di specchi su cui aggrapparsi per costruire polveroni inutili, l'attuale opposizione da letteralmente i numeri, con ricostruzioni del tutto sganciate dalla realtà».
«Per dovere di correttezza e trasparenza nella comunicazione istituzionale, ricordiamo che nei mesi scorsi questa Amministrazione Comunale ha firmato la convenzione con la Regione Calabria per l'attivazione dell'ufficio di prossimità giudiziaria. Nell'ultimo mese di febbraio è stata attivata, quindi, la mobilità interna presso l'ufficio del Giudice di Pace per la dipendente comunale Lidia Salimbeni. Avendo quest'ultima declinato l'incarico, la Giunta Municipale ha individuato ed indicato come nuovo referente del servizio il dipendente Francesco Vuono».
«E quest'ultima delibera porta la data del 15 marzo 2022, un giorno prima – dimostrandosi così l'ennesima bufala della minoranza – della presentazione dell'interrogazione presentata dall'opposizione (16 marzo)».