Emergenza rifiuti nella Provincia, i sindaci chiedono di convocare urgentemente l’assemblea dell’Ato Cosenza
«Occorrono soluzioni immediate. Con l'innalzamento delle temperature è già in atto un'emergenza igienico-sanitaria che non si esclude possa anticipare quella di ordine pubblico»
COSENZA – «Rifiuti, occorrono soluzioni immediate e non nel medio-lungo termine. Con l'innalzamento delle temperature è già in atto un'emergenza igienico-sanitaria che non si esclude possa anticipare quella di ordine pubblico. Convocare urgentemente l'assemblea dell'ATO Cosenza».
È quanto chiedono i Sindaci al Presidente dell'Ambito Territoriale, interessando il Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella della necessità di non rimandare oltre, ogni utile, necessaria ed urgente iniziativa finalizzata ad evitare ulteriori danni, irreparabili, alle proprie comunità. Urge un tavolo con tutti gli attori istituzionali competenti per portare a soluzione la problematica.
Attraverso questa nuova richiesta i sindaci tornano a ribadire la grave situazione che da mesi si verifica relativamente al conferimento dei rifiuti (indifferenziato e organico) sul territorio della provincia. Situazione che, nelle ultime settimane si è aggravata a causa della chiusura degli impianti TMB di Bucita-Rossano, gestito dalla società Ekrò e degli impianti di Rende Calabra Maceri nonché con il blocco dei trasferimenti residui fuori della Regione Calabria.
«I Comuni – si legge nella nota - non hanno più la certezza dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati sia per le sempre più esigue capacità di trattamento giornaliero, sia per la difficoltà sempre più crescente dello smaltimento degli scarti di lavorazione, sia, per come testimoniato dalla società di gestione, per i mancati pagamenti».
«Il perseverare di questa situazione – proseguono gli amministratori - continua a generare disservizi, disagi ed alti costi di gestione. Il rischio concreto – aggiungono – è che la prossima e imminente stagione estiva ci vedrà costretti a vivere una emergenza che procurerà anche danni di natura economica e d'immagine ai nostri comuni nonché l'acuirsi dei problemi con i cittadini che potrebbero sfociare anche in problematiche di ordine pubblico. Soprattutto nei comuni che fanno registrare un'alta percentuale di differenziata e che sono regolari con i pagamenti all'Ato».