Crosia aderisce alla giornata internazionale dell'Epilessia
Lunedì 14 febbraio l'edificio della Delegazione comunale di Crosia Mirto si colorerà di viola. L'assessore Nigro: «Usciamo dall'indifferenza»
CROSIA – Il 14 febbraio è la giornata internazionale dell’Epilessia, il comune di Crosia aderisce alla campagna di sensibilizzazione promossa dall’Associazione Epilessia “la città si colora di viola”. In occasione di questa ricorrenza che vede coinvolti nel mondo ben 120 paesi, a partire dalle ore 18, sarà la struttura della Delegazione Comunale di Crosia Mirto l’emblema dell’iniziativa.
È quanto fa sapere l’Assessore alla Cultura e alle Politiche sociali del Comune di Crosia, Paola Nigro, che ha raccolto l’istanza lanciata dal presidente nazionale di AE Tarcisio Levorato.
«Usciamo dall'indifferenza. Abbiamo accolto con sensibilità e spirito di condivisione la proposta dell’Associazione Epilessia – dice l’assessore Nigro – di aderire alle iniziative del 14 febbraio. Ogni anno, il secondo lunedì del mese di febbraio, che quest’anno coincide con la festività di San Valentino, ricorre la Giornata internazionale dell’Epilessia. Un momento di riflessione e sensibilizzazione che vede coinvolti tutti i paesi occidentali e che riporta l’attenzione su quanti vivono il dramma di una patologia silente che comporta anche ripercussioni gravi sulla vita sociale di chi ne soffre. In questo giorno le comunità si uniscono per portare alla luce i problemi e le difficoltà che le persone con epilessia vivono, insieme alle loro famiglie e a chi se ne prende cura».
«In questo spirito di fratellanza – aggiunge Paola Nigro – il Comune di Crosia ha voluto aderire all’iniziativa promossa dall’Associazione Epilessia “colora la città di viola”, illuminando per la serata del 14 febbraio un luogo simbolo della città. Abbiamo scelto la struttura della Delegazione comunale di Crosia Mirto per la sua centralità che sarà illuminata con i colori della giornata. Lo facciamo per dire che si può e si deve uscire dall’ombra del preconcetto sociale e che vivere con l’epilessia si può senza emarginazioni o patologie sociali che, soprattutto nel mondo in cui oggi viviamo, non sono più accettabili».