Amendolara, quando le esigenze urbanistiche sono più importanti della memoria: polemica sui lavori di Piano della Croce
L’Amministrazione comunale ha deciso di “spostare” lo storico monumento della croce in un altro luogo. Un’azione che non è piaciuta alla capogruppo di opposizione, Maria Rita Acciardi: «Offesa la sacralità di un luogo solo per fare un po’ di spazio»
AMENDOLARA – Stanno suscitando non poche polemiche, tra i cittadini e nella politica locale, i lavori di rigenerazione urbana che stanno interessando il centro storico di Amendolara. Tra questi l’attività di “trasloco” della Croce dei Padri Redentoristi, che dopo aver campeggiato per quasi 70 sul quell’incrocio tra Corso Umberto e via Fontana Vecchia, insieme ad un grande platano, ed essere stato punto di ritrovo per tanti giovani amendolaresi oggi viene spostata altrove: proprio come se fosse un vecchio mobile che non serve più. Ma se la croce si sposta, dell’albero (almeno stando a quanto riportano le cartine di google maps) invece non se ne ha più traccia.
«Uno sfregio alla memoria». Così lo ha definito il consigliere di opposizione Maria Rita Acciardi che è ritornata sulla questione manifestando tutto il suo disappunto.
«Da quel lontano 1953 al 24 gennaio 2022 la Croce è stata li – dice la ex sindaca del paese della mandorla e della secca - testimone di ricorrenze religiose, di funerali, di gioiose scolaresche ivi assise, di anziani e giovani seduti su quei gradini a scambiarsi opinioni o ad attendere le vicissitudini elettorali o soltanto a passarvi il tempo, il tempo della vita assieme, il tempo dei ricordi dell’infanzia, della giovinezza e della maturità di intere generazioni di Amendolaresi».
Il 24 gennaio, su disposizione dell’Amministrazione Comunale, - questo nel racconto della Acciardi - comunicata con una scarna delibera di affidamento a ditta specializzata («presenti in 3 o 4, non si capisce dal deliberato»), imbracata «come un salame» la croce è stata segata, «privata, quindi, della sua parte sottostante, racchiusa dalle gradinate, e della sua integrità, per conquistare, pare, un po' di spazio alla viabilità e ricollocarla più in là. “Fatti più in là Croce...ci serve spazio!”».
«Ci sono cose nella vita che non hanno prezzo – chiosa Maria Rita Acciardi - ci sono cose nella vita che hanno una anima senza essere umane, ci sono cose nella vita che nessuno ha il diritto di ignorare, di svalorizzare, di manomettere se non creando un vulnus, una ferita, all’intera comunità, ci sono cose che parlano senza dire una parola; come quel monumento della Croce, che, negandone la sacralità e l’intangibilità, avete condannato a spostarsi per “fare un po' di largo lì davanti!” Non ci sono parole per apostrofare un simile atto!»