Medico di base a Caloveto, ecco la verità della dottoressa Vitale
«Il calvario non è iniziato dopo la quiescenza del dottore Labonia, risale alla Presidenza Oliverio, con il commissariamento della sanità calabrese»
CALOVETO - «L’assistenza sanitaria è un diritto garantito e sancito dalla nostra Costituzione, la quale è sempre stata chiara a tal riguardo ribadendo, all’art.32, che la salute è un diritto cardine e primario di ogni cittadino, il quale non va contrastato, bensì garantito all’intera collettività».
È quanto si apprende da una nota stampa della Dottoressa Angela Vitale.
«Nel diritto all’assistenza - spiega - rientra anche quella del medico di medicina generale o medico di base, in gergo definito “medico di famiglia”; al quale spetta l’ingrato compito della diligenza nell’adempimento della propria attività professionale, così come sancito dall’art. 1176 C.c. La Sottoscritta subentra in seguito alla quiescenza del Dottore Labonia, con un contratto a tempo determinato (da febbraio 2021 a febbraio 2022) stipulato con ASP di Cosenza “Distretto Ionio Sud”, il quale prevede un’assistenza ambulatoriale in base al numero dei pazienti in carico come da ACN; in effetti fino a questa estate si recava tutti i giorni in ambulatorio, nonostante la stessa fosse in “dolce attesa” e senza usufruire della maternità».
«Nei primi tre mesi, addirittura, - aggiunge - mi fermavo in ambulatorio fino alle ore 17:00 per cercare di completare il lavoro arretrato, visto il periodo di vacatio tra il pensionamento del Dottor Labonia e il mio subentro, continuando il lavoro a casa per soddisfare e garantire un servizio ai propri pazienti e adempiere con diligenza al proprio dovere».
«Successivamente, sinceratami del numero esatto dei pazienti, cosi come da contratto, svolgevo e svolgo con regolarità l’assistenza ambulatoriale per 10 ore settimanali, fermandomi anche oltre il dovuto, proprio per venire incontro alle necessità di ogni singolo paziente, nel rispetto delle normative anti-covid, limitando l’ingresso nella sala di attesa a non più di sette persone per come da capienza della stessa. Il calvario non è iniziato dopo la quiescenza del Dottore Labonia, risale alla Presidenza Oliverio, con il commissariamento della sanità calabrese, che ha creato disservizi e situazioni di disagio, è questo che bisogna far presente al neo Commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto; mentre alla direzione dell’ASP e al responsabile del distretto bisogna chiedere l’assistenza sanitaria di base non a tempo determinato, bensì a tempo pieno o indeterminato» conclude.