Lungomare S.Angelo, non ancora rinnovate le concessioni dei box che «rischiano di aprire solo per poche settimane»
Si parla dei locali posti tra l’area giochi e l’anfiteatro Rino Gaetano. Le precedenti concessioni sono scadute e le nuove assegnazioni avevano il termine di partecipazione a fine giugno. Smurra: «Non è tollerabile»
CORIGLIANO-ROSSANO - Se lo saranno chiesti in tanti in queste settimane: come mai sono ancora chiusi, a stagione estiva ampiamente avviata, i locali di viale Mediterraneo, sul Lungomare S.Angelo (per intenderci, i box tra l’area giochi e l’anfiteatro Rino Gaetano destinati a laboratori di produzione artigianale e vendita di generi di gastronomia e vendita di libri, giornali, riviste, oggettistica e souvenir?).
Il motivo è presto detto: le precedenti concessioni sono scadute e per l’assegnazione delle nuove, il Comune, ha fissato il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al 30 giugno. Il che significa che, conoscendo i tempi della burocrazia, potremo vedere quelle attività operative per poche settimane, quasi ad estate conclusa.
È quanto denuncia Mario Smurra, vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltori (Fna), sottolineando che la mancata programmazione e promozione del bando nei tempi adeguati, rappresenta un limite per l’economia e l’occupazione che in un momento così difficile poteva trarne beneficio.
«Dopo un anno e mezzo - aggiunge Smurra - non possiamo più tollerare il solito ritornello stonato dell’emergenza. È ormai una scusa che non può continuare a giustificare l’approssimazione e la superficialità con le quali viene gestita la macchina amministrativa, in ogni ambito».
«Riteniamo - prosegue il Vicesegretario nazionale della Fna - che si poteva e doveva prevedere l’apertura di quelle attività (che garantivano anche l’utilizzo dei servizi igienici annessi) nei tempi giusti. Sicuramente non a fine giugno, con l’allentamento delle restrizioni e la possibilità da parte di cittadini e turisti di potersi spostare sui territori, viaggiare e fruire di spazi all’aperto. L’auspicio - conclude - è che quelle attività alle quali sarà affidata la gestione dei tre box per i prossimi sei anni non debbano pagare il prezzo di questa disorganizzazione sulle loro spalle».