Domenico Mazza: «La 106 sempre più lontana dai piani del Governo»
Nell'indifferenza dello Stato, il perenne olocausto di un popolo costretto a muoversi su un tracciato degno del Terzo Mondo
CORIGLIANO-ROSSANO- «Come sovente accade, anche nell'ultimo Consiglio dei Ministri la vicenda riguardante la Statale Jonica è rimasta al palo».
Inizia così l’intervento di Domanico Mazza, co-fondatore del Comitato Magna Graecia.
«Probabilmente - ricorda - i luttuosi eventi che a ciclica cadenza rimandano agli onori della cronaca la tristemente nota "Strada della morte", non hanno sortito alcun senso di colpa nei riguardi di uno Stato che ha preferito trasformare un luogo, lo Jonio, in un non luogo».
Mazza continua: «Un milione di persone che da Sibari a Reggio Calabria, vivono l'indigenza della mobilità, non conoscono cosa sia la sicurezza, avvertono di essere trattati da inferiori, in virtù di una non meglio definita appartenenza a dinamiche avulse ai processi dei centralismi. Solo pochi chilometri dei circa 350 che distanziano Sibari dallo Stretto, risultano adeguati ai moderni standard, per il resto la strada si presenta, per lo più, larga 6 metri e con svincoli ed accessi abusivi».
La denuncia del Comitato è chiaro: «Come se non bastasse, in ossequioso rispetto delle dinamiche centraliste, si destinano circa 10miliardi per l'AV SA-RC, mentre lo Jonio non è meritevole neppure di qualche centesimo. Evidentemente la vita delle popolazioni della Magna Graecia, vale meno di quanto non valga quella dei residenti nelle aree del centralismo, altrimenti non si spiegherebbe perché uno Stato, distratto ed assente, ed una politica accondiscendente ai desiderata dei centri del potere, abbia fatto di tutto per non fare niente».