Coldiretti Calabria: «Con il pass vaccinale, riaprire i servizi di ristorazione»
«I nostri tesori agroalimentari sono un patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale»
CATANZARO - «Almeno 1/3 della spesa per le vacanze è destinato alla tavola e con l’arrivo del pass vaccinale per i turisti occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione. Per questo, è indispensabile che avanzi la campagna di vaccinazione e diminuiscano il numero dei contagi aspetti che consentono di riprendere una nuova normalità. Fronti che devono essere particolarmente curati in questa fase decisiva nella quale i turisti orientano la scelta delle località per le vacanze alla vigilia del BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo) che, seppur digitalmente e aperto al pubblico, punta a mostrare agli operatori del settore le migliori offerte del mercato turistico nostrano. Tropea poi, eletta quest’anno borgo dei borghi è il passepartout del nostro turismo».
È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio del premier Mario Draghi dell’entrata in vigore dal 15 maggio del pass verde nazionale per favorire il turismo.
«Attualmente – sottolinea la Coldiretti – essendo in zona arancione pesa sull’economia calabrese la chiusura di oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi che complessivamente contano su 32668 addetti che operano nella Regione e pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle città che nelle campagne e nelle località turistiche. Il solo sistema agrituristico in Calabria può contare su circa 350 strutture operanti con 12200 posti a tavola e circa 1500 posti letto».
«Il cibo batte l’alloggio ed è diventato – sostiene la Coldiretti - la voce principale del budget delle famiglie in vacanza. Il cibo rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio perché possiamo contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica».
«La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid – sottolinea la Coldiretti – è scesa di oltre il 60%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti delle difficoltà delle attività di ristorazione si sono fatti sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco».
«In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Senza turismo sono a rischio anche i 269 tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese, 13 prodotti DOP, 6 IGP, 9 vini DOC e 10 IGT».
«L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, che – sottolinea il Presidente i Coldiretti Calabria Franco Aceto – sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo nel mondo».
«Un patrimonio da salvare che – conclude– non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate».
(fonte foto virtù quotidiane)