Campana, tutti in piazza per dire “Basta tagli alla Salute”
Alla manifestazione di protesta hanno preso parte anche i sindaci di Longobucco e Bocchigliero e il movimento politico Le Lampare. Chiarello: «Non siamo cittadini di serie B»
CAMPANA – «Negli ultimi undici anni a Campana e nei comuni limitrofi abbiamo perso tutti i servizi medici specialistici, e anche su quelli di base come la guardia medica siamo fortemente ridimensionati. Una cosa indecente cui bisogna porre fine».
Con queste parole nella giornata di giovedì 13 maggio il sindaco di Campana Agostino Chiarello ha aperto la manifestazione in piazza S. Antonio.
Un sit-in di protesta che ha visto la presenza dei sindaci di Bocchigliero e Longobucco, del movimento Le Lampare che ormai da mesi sta portando avanti l’occupazione dell’Ospedale di Cariati, di amministratori e associazioni della Presila e del Basso Jonio.
Una manifestazione riuscita, con diverse testimonianze di cittadini che hanno preso la parola liberamente per denunciare il completo stato di abbandono in cui versa la sanità pubblica, che ha visto una massiccia adesione popolare e che ha permesso di raccogliere un nutrito numero di firme a sostegno della petizione per la riapertura della struttura ospedaliera di Cariati.
Una mobilitazione importante contro le politiche adottate in tema di salute pubblica dal Commissario Ad Acta e dall'Azienda Sanitaria Provinciale che stanno di fatto calpestando un diritto fondamentalmente riconosciuto, quello alla salute.
«È stato un grande momento di protesta e di unità territoriale – ha commentato il sindaco Chiarello – ringrazio i colleghi dei comuni limitrofi e quanti ci hanno raggiunto per partecipare e portare testimonianza. Stiamo combattendo una battaglia difficile ma sacrosanta, non è possibile spogliare un intero comprensorio dei più basici servizi e lasciarlo in balia di burocrati il cui unico pensiero è tagliare i servizi lasciando intatti gli sprechi».
«La sanità calabrese – aggiunge - butta via quantità di denaro incredibili e poi per rifarsi riduce i servizi in territori come il nostro, già duramente provato da decenni di carenze strutturali ed economiche. Chiediamo sanità pubblica, funzionante, che non ci costringa a dover arrivare fino all’ospedale di Rossano mentre c’è il “Cosentino” di Cariati chiuso senza motivo».
«Non siamo cittadini di serie B, e questo è solo l’inizio di una mobilitazione che proseguirà senza sosta finché i servizi non saranno ripristinati e non verrà riaperto l’Ospedale di Cariati» conclude.