Sindacati: «gli Enti che dovrebbero garantire il diritto allo studio, in Calabria non comunicano»
Nella nostra Regione non è dato sapere dell’andamento epidemiologico nella fascia tra i 14 e i 18 anni. Elemento determinante per l’applicazione del range di frequenza da consigliare nelle scuole
CATANZARO - Lunedì 26 aprile 2021 si è svolto un incontro, su proposta dell’USR Calabria, per discutere dello “stato dell’arte e delle criticità in termini di sicurezza e di interconnessione con il sistema integrato dei trasporti connesse all’imminente riapertura in presenza delle scuole secondarie di II grado”.
Tale iniziativa, - si legge in un comunicato a firma di Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Asnals, Federazione Gilda Unams, Anp e Dls Conf - a cui va comunque il nostro plauso, è stata dettata dalla sensibilità e dall’impegno dell’USR che, anche in una situazione di grande disagio e difficoltà dovuta all’assenza di un direttore regionale titolare, ha voluto fare il punto sull’attuazione dell’ultimo decreto ministeriale relativo ripresa delle attività scolastiche in presenza.
La riunione ha confermato quello che le organizzazioni sindacali ripetono dall’inizio della pandemia: gli Enti che dovrebbero interagire per garantire il diritto allo studio, nella regione Calabria non comunicano. Le riunioni del tavolo tecnico sono incontri senza un effettivo riscontro di dati, senza coinvolgimenti, sembra che la ripresa delle attività in presenza nella scuola non smuova gli animi e non impegni quanto la ripresa della ristorazione.
La nostra partecipazione, motivata dall’intento di contribuire ad evidenziare le criticità della vita quotidiana nelle scuole, è determinata dalla sentita necessità di condividere le azioni da mettere in campo : un periodico e sistematico monitoraggio, un effettivo confronto sugli elementi utili raccolti, ognuno per il proprio settore, la partecipazione alle azioni intraprese e soprattutto un confronto sulle ricadute in ordine all’andamento epidemico, elementi questi, sicuramente indispensabili per porre in essere attività migliorative del servizio scolastico.
In continuità, anche nella riunione del 26 c.m., abbiamo assistito alle asettiche e sterili dichiarazioni dei vari Enti; e così l’assessorato regionale all’istruzione dichiara di aver svolto il proprio compito, le prefetture “riconfermano” quanto già ordinato nella precedente situazione, l’assessorato ai trasporti continua nella soluzione precedentemente adottata, l’assessorato alla sanità procede con le azioni già intraprese, in sintesi ognuno ripete quanto già fatto per proprio conto, con i propri tempi e le proprie modalità, quasi a voler essere assolto dalle responsabilità rispetto alla situazione assolutamente confusa e senza passi in avanti che si vive nelle Istituzioni scolastiche.
Ancora oggi in Calabria non è dato sapere dell’andamento epidemiologico nella fascia di età compresa tra i 14 ed i 18 anni e della diffusione delle varianti tra gli adolescenti, elemento determinante per l’applicazione del range di frequenza da consigliare nelle scuole e che dovrebbe scaturire da un’intesa tra tutti gli addetti ai lavori; manca qualsiasi impegno ad effettuare test salivari agli alunni e in merito alla prosecuzione di vaccinazioni tra gli insegnanti e il personale scolastico, nonché la volontà concreta, anche con forte impegno economico, se necessario, di eliminare doppi turni di entrata e uscita derivanti principalmente dalla scarsità dei mezzi di trasporto pubblico.
Ancora oggi, nell’evolversi dell’andamento epidemiologico, la scuola è in mano, impropriamente, al Presidente facente funzioni della Giunta Regionale Spirlì che approfittando della situazione in cui versa l’USR e del disorientamento e delle contraddizioni generali che stanno attraversando il Paese e in particolar modo la Calabria, dispone ordina e raccomanda comportamenti che trovano giustificazione e ascolto solo perché chi dovrebbe intervenire non interviene e non dà conto e rassicurazione della misura del proprio impegno per la sicurezza della comunità scolastica dentro e fuori dalle aule.
Il risultato di tutte queste azioni discontinue è la solitudine delle scuole e di chi le dirige nell’affrontare le fasi e i colori dell’epidemia, a cui drammaticamente, per le sorti del coordinamento del sistema scuola in Calabria, si aggiunge l’assenza a tutt’oggi all’USR di chi possa governare e fornire quelle indicazioni operative per l’attuazione della didattica in presenza che facciano sintesi delle interlocuzioni con gli Enti e diano un orientamento comune alle scuole.
È giunto quindi il momento di richiedere con forza, al Governo e al Ministero dell’Istruzione, di intervenire e porre fine a questo immobilismo della macchina organizzativa dell’istruzione in Calabria.
Noi organizzazioni sindacali non possiamo più accettare che la Calabria sia attenzionata solo per il “non fatto” e pretendiamo da chi governa che le scuole calabresi diventino sedi sicure e praticabili per le eccellenze che i nostri ragazzi meritano e sono in grado di esprimere, con il supporto attivo, organizzativo ed economico di tutti quegli Enti chiamati dalla Costituzione a garantire il "diritto allo studio".
(foto fonte il resto del carlino)