«Dopo il “terremoto” dei diplomi facili all’Atp di Cosenza, chi decide cosa?»
Se lo chiedono Assalone, segretario provinciale della Flc Cgil e Sapia dell’associazione “Impegno civile e ideale”: «Definire il responsabile per non paralizzare l’Atp»
COSENZA - «Il terremoto che ha colpito l’Atp di Cosenza, a seguito della indagine relativa al sistema dei diplomi facili, sta determinando la presenza in contemporanea dell’ispettrice Loredana Giannicola, dei dirigenti Alessandro Nicodemi e Luciano Greco, quest’ultimo rientrato da pochi giorni presso l’Atp di Cosenza. In un tale contesto di abbondanza di presenze la domanda che ci si pone è: chi è colui che è chiamato a prendere le decisioni amministrative? Costui detiene la firma di ogni atto valido anche nei confronti di terzi?».
È quanto chiedono Pino Assalone, segretario provinciale della Flc Cgil Cosenza e Michele Sapia dell’associazione politico-culturale “Impegno civile e ideale” che così continuano: «Se non si definisce chi è il responsabile unico i risultati potrebbero essere paralizzanti e comunque pregiudizievoli per la funzionalità e per l’efficienza dell’Atp di Cosenza. Il ginepraio amministrativo a cui abbiamo assistito in questi giorni risulta, per esempio, da un atto organizzativo che riguarda la ricostruzione dell’ufficio amministrativo a firma del dirigente Nicodemi. Atto che, appena rientrato il dottor Greco, è stato ripreso e modificato».
«In un contesto del genere – aggiungono - quali sono gli strumenti di garanzia per l’utenza che validino tutti gli atti amministrativi emessi da ogni singolo componente del triumvirato che opera all’interno dell’Atp di Cosenza? Atp, ricordiamo, che soffre da qualche anno di una crisi di fiducia e affidabilità, di autorevolezza. Assistiamo ad un viavai di dirigenti che nel giro di poche settimane vengono rimandati nella loro sede di provenienza. Se le condizioni in cui versa l’Atp di Cosenza sono ormai note e, chi ha il dovere di mettere ordine in un sistema che negli anni ha manifestato approssimazione amministrativa, dichiara di fatto la propria impotenza».
«Di fronte a fenomeni che compromettono il buon funzionamento amministrativo, - incalzano - adottare una prospettiva di confusione dei ruoli, il permanere di questa condizione amministrativa solleva non pochi dubbi: chi è il capo dell’Atp di Cosenza, chi decide cosa, chi getta le basi per una programmazione tesa a garantire un regolare avvio dell’anno scolastico in modo soprattutto trasparente? Chi è il regista del buon funzionamento di tutti gli uffici? Il responsabile della stesura degli organici del personale scolastico, oggi in mano all’ispettrice Giannicola resterà tale o assisteremo a veti incrociati tra il dottor Greco, la stessa ispettrice e lo stesso dottor Nicodemi delegato alla firma degli atti? Riteniamo che da parte dell’Usr ci sia l’obbligo di esperire ogni verifica e ogni passaggio necessario e dire con la dovuta chiarezza chi è il vero responsabile dell’Atp di Cosenza».
«Se le soluzioni adottate dall’Urs dovessero essere tali, - spiegano - va garantita sempre e con grande precisione il buon andamento dell’attività amministrativa: vale a dire i valori di efficienza efficacia e qualità dell’agire pubblico. Ciò che preoccupa maggiormente è che siamo in un contesto temporale di scadenze fondamentali le cui ricadute possono avere un peso negativo per tutto il personale scolastico. La stesura degli organici rappresenta uno dei momenti fondamentali e qualificante per l’attività di un qualsiasi Atp. Compito non facile con risultati pregiudizievoli specialmente quando è necessario muoversi in un contesto di normative sempre più complesse».
«È necessario – dichiarano - muoversi valutando il contesto del territorio, manifestando, per esempio, un interesse per le scuole dell’entroterra dove esistono scuole a rischio chiusura e dove persistono problemi dei trasporti pubblici. Garantire il tempo pieno e il tempo prolungato così come l’attivazione dei corsi di strumento musicale in quelle aree dove è maggiore la possibilità di abbandoni scolastici è un dovere costituzionale, al fine di garantire, in poche parole, il diritto allo studio provando a soddisfare le richieste di quelle scuole periferiche lontane dai grossi centri urbani. Ciò significherebbe avere una visione scolastica, una capacità programmatoria utile a costruire una politica scolastica assente ormai da molti anni. Confermare o addirittura soddisfare le richieste per le classi delle scuole serali e carcerarie rappresenta un dovere civico».
«Oggi – continuano - il contesto straordinario, dettato purtroppo dalla pandemia, impone un processo di collaborazione con le organizzazioni sindacali attivando sin da subito tavoli di programmazione indispensabili e per i quali riteniamo di poter apportare contributi significativi proprio per evitare le tante disfunzioni burocratiche che hanno caratterizzato con errori e inesattezze l’esperienza degli anni precedenti. Proprio perché i soggetti che svolgono ruoli e funzioni diverse all’interno dell’Atp possono esprimere valutazioni e percorsi non sempre omogenei facendo leva sulla discrezionalità, fonte ovviamente di decisioni spesso approssimative e non aderenti al reale esigenze scolastiche».
«Ci auguriamo che l’invito venga immediatamente accolto altrimenti, come sempre avvenuto negli anni, faremo la nostra parte e sentire la nostra voce in ogni luogo, che è quella di rendere conoscibile e trasparente il percorso che l’Atp di Cosenza vuole darsi» concludono.