Amendolara, le reti di un peschereccio si incagliano nei dissuasori contro la pesca a strascico
Il Sindaco presenterà una denuncia per danneggiamento di questa opera posizionata sui fondali a protezione del patrimonio biologico marino
AMENDOLARA - I dissuasori contro la pesca a strascico posati sul fondale marino dal Comune di Amendolara si dimostrano importanti sentinelle e difensori della flora e della fauna, enormi ricchezze che abitano il mare.
Tant'è che proprio che martedì mattina (23 febbraio), attorno alle 10, le reti di un peschereccio sono rimaste incagliate negli uncini dei dissuasori per oltre un'ora al largo della costa di Amendolara.
È quanto si apprende da un comunicato stampa del Comune di Amendolara.
Il sindaco Antonello Ciminelli, pioniere del progetto dei dissuasori in mare, ha immediatamente avvisato la Capitaneria di Porto denunciando quanto stava avvenendo e ricevendo rassicurazioni in merito per un pronto intervento atto ad individuare l'imbarcazione tramite il sistema satellitare del GPS.
Il primo cittadino di Amendolara, inoltre, si recherà presso la stazione dei Carabinieri di Roseto Capo Spulico, competente per territorio, al fine di effettuare una denuncia per danneggiamento di questa opera dissuasiva contro la pesca abusiva realizzata dal Comune e posizionata sui fondali a protezione del patrimonio biologico marino.
I dissuasori in questione consistono in 400 enormi massi di 13 tonnellate l'uno che il Comune di Amendolara ha posizionato nel 2017.
L'opera, finanziata dalla Regione Calabria per un importo di 450.000 euro, si presenta come un fiore all'occhiello della politica ambientale nel decennio amministrativo a guida del sindaco Antonello Ciminelli, motore propulsore per un rilancio del mare in qualità di marcatore identitario sia in chiave di ripopolamento della flora e della fauna sia in ottica turistica per la definitiva consacrazione della “Secca” (la leggendaria isola Ogigia).