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Il Principato di Rossano nelle mani degli Aldobrandini e poi dei Borghese

5 minuti di lettura

Dopo le note vicende relative alle speculazioni finanziarie riportare nel precedente contributo, riguardanti il Principato di Rossano a seguito delle quali Terre amministrate tornarono nelle disponibilità del Demanio Regio rimanendovi a lungo, un ulteriore tentativo si ebbe ancora qualche anno dopo con il principe di Scilla, Vincenzo Ruffo, che aveva già versato quasi l’intera somma per avere Rossano ma anche questo tentativo non andò a buon esito soprattutto per motivi politici poiché si cercò di ostacolarne la sua scalata e l’espansione dei casato dei Ruffo messa in atto sul territorio, i quali qualche anno prima avevano acquistato lo Stato di Santa Severina. Ma l’acquisto non andò in porto soprattutto perché la comunità rossanese oppose resistenza alla possibilità che ciò accadesse. Fallita la suddetta opportunità le Terre di Longobucco, Paludi e il Principato di Rossano, furono trasferiti agli Aldobrandini per la cifra di 85.000 ducati, i quali si impegnarono a restituire la somma già pagata dai Ruffo divenendo così i nuovi signori di Rossano. 

Gli Aldobrandini erano un autorevole, influente e nobile casato della Toscana, le cui origini riconducono specificatamente a Firenze, dove a partire dal XIV secolo, si arricchirono grazie ad una serie di attività finanziarie e commerciali e dove nel corso del Medioevo rivestirono rilevanti responsabilità cittadine con la presenza di molti suoi componenti che nel corso dei secoli si caratterizzarono per la popolarità avuta nel campo della giurisprudenza ed in quello ecclesiastico con papa Clemente VIII, nato Ippolito Aldobrandini.  

A prendere possesso dello Stato di Rossano, Paludi e Longobucco fu Olimpia Aldobrandini (1567-1637), figlia di Pietro e Flaminia Ferracci e sorella del cardinale Pietro Aldobrandini. 

Olimpia, principessa di Meldola e Sarsina, per dare continuità agli interessi di famiglia, come del resto era usanza fare nel periodo feudale, sposò il parente Gianfrancesco Aldobrandini, figlio di Giorgio Aldobrandini. Dal loro matrimonio nacquero: Margherita, Elena, Caterina, Giorgio e altri figli. 

Il 27 aprile 1614 gli Aldobrandini ottennero per Rossano il regio Assenso con il titolo di Principato, pertanto, Olimpia (seniore) divenne principessa di Rossano e alla sua morte gli subentrò il figlio Giovan Giorgio Aldobrandini (1591-1637), nipote di papa Clemente VIII, che unitosi in matrimonio con Ippolita Ludovisi ebbe come figlia Olimpia Aldobrandini (1623-1681), futura principessa di Rossano a noi più nota poiché non sono pochi a fare confusione con la prima Olimpia, sua nonna. 

Olimpia Aldobrandini (juniore) sposò Paolo Borghese, signore di Cortesia e in seconde nozze Camillo Francesco Maria Pamphilj, nipote di papa Innocenzo X, 1° principe di San Martino al Cimino. Dal primo matrimonio nacquero Maria Virginia Borghese e Giovanni Battista Borghese, mentre dal secondo vennero alla luce Giovanni Battista Pamphili, che fu duca di Carpineto, Flaminia, Anna e altri due figli. Alla scomparsa del padre, per l’eredità, Olimpia avanzò regolare richiesta di relevio per lo Stato di Rossano e la Terra di Cropalati. Divenne 3a principessa di Rossano e ne detenne il dominio fino al 1681. Alla sua morte nei possedimenti feudali legati allo Stato di Rossano (Longobucco, Paludi e Cropalati) subentrò il figlio Giovan Battista Borghese, col titolo di 4° principe di Rossano. Ciò si evince dalla Significatoria di relevio del 25 febbraio 1684 in virtù della quale si intesto le diverse Terre. Da questo momento in poi i Borghese ebbero il dominio su Rossano e sulle Terre di Longobucco, Paludi e Cropalati fino alle leggi eversive sulla feudalità del 1806 e 1808.  

Ma chi erano i Borghese? Sin dalle origini fu una famiglia di principi e papi, anche questa originaria della Toscana, precisamente da Siena, la quale nel corso dei secoli per la sua estesa influenza rappresentò la storia politica e religiosa italiana. Al riguardo si vogliono ricordare Papa Paolo V nato Camillo Borghese; Agostino Borghese che fu conte palatino e conte del Sacro Romano Impero; Niccolò Borghese, politico, filosofo e letterato; Pietro Borghese, senatore. 

Giovan Battista Borghese fu il primo di questo antico casato ad avere il dominio sul patrimonio materno di Olimpia Aldobrandini. La famiglia beneficiò della nobiltà romana e del patriziato napoletano con l’aggregazione al Seggio di Porto. Nato a Roma il 14 ottobre 1639, morì l’8 maggio 1717. Si unì in matrimonio con Eleonora Boncompagni dei duchi di Sora dalla quale ebbe il figlio Marco Antonio Borghese (20 maggio 1660), il quale alla morte del padre gli successe con il titolo di 5° principe di Rossano. Nel corso del suo governo (1721) venne nominato viceré di Napoli dall’imperatore Carlo VI. Si congiunse in matrimonio con Flaminia Spinola dei principi di S. Angelo. Alla sua scomparsa (22 maggio 1729), l’eredità passò a Camillo Borghese, suo figlio, con il titolo di 6° principe di Rossano con Longobucco, Paludi e la Terra di Cropalati. 

Camillo, celebrò il suo matrimonio con Agnese Colonna dei principi di Paliano dalla cui unione nacque il figlio Marco Antonio. Ebbe il riconoscimento di Grande di Spagna e di Cavaliere del Reale Ordine di San Gennaro. Morì il 16 settembre 1763e gli successe il figlio Marco Antonio (1730-1800) con il titolo di 7° principe di Rossano. Questi sposò Anna Maria Salviati dei duchi di Giuliano, dalla quale ebbe il figlio Camillo Borghese (1775-1832), il quale subentrò al padre nell’eredità delle Terre di Rossano, Longobucco, Paludi e Cropalati, con il titolo di 8° principe di Rossano, rimanendone di fatto l’ultimo intestatario prima dell’entrata in vigore delle leggi sull’eversione della feudalità del 1806. 

Solo ai fini del proseguimento non ufficiale del titolo di principe di Rossano si vuole ricordare che questo continuò con Francesco Borghese, fratello di Camillo, istituito dallo stesso come suo erede, con il titolo di 9° principe di Rossano. Seguirono poi: Marco Antonio Borghese figlio di Francesco, 10°; Paolo Borghese figlio di Marco Antonio, 11°; Scipione Borghese figlio di Paolo, 12°; Livio Borghese, fratello di Scipione, 13°; Flavio Camillo Borghese, figlio di Livio, 14° ed infine Camillo Borghese figlio di Flavio Camillo con il titolo di 15° principe di Rossano1.             

Conclusosi il periodo feudale, la Città partecipò animatamente alle vicende della Repubblica partenopea del 1799, periodo in cui il Generale Championnet cercò di dare un nuovo ordinamento amministrativo alla Calabria. In tale progetto di ristrutturazione amministrativa Rossano venne destinato al Cantone di Corigliano. La Città, per effetto della legge 19 gennaio 1807 divenne sede di un Governo, la quale oltre a se stessa come Luogo e Università comprendeva anche Paludi. Con il successivo decreto del 4 maggio 1811, attuativo dei Comuni e Circondari, Rossano diventò sede di Distretto comprendendo i Circondari di Campana, Cariati, Cirò, Corigliano, Cropalati, Longobucco, San Demetrio Corone e Strongoli. Il 1° maggio 1816 il nuovo riordino amministrativo voluto dal Borbone, portò a un rimescolamento delle giurisdizioni dovuto alla nascita della nuova provincia di Reggio Calabria, ragione per la quale nel riassetto generale a Rossano venivano sottratti i Circondari di Cirò e Strongoli assegnati alla provincia di Catanzaro. 


BIBLIOGRAFIA
  Cfr. http://www.nobili-napoletani.it/Borghese.htm
Ulteriori informazioni e il testo completo lo trovi  su:
Franco Emilio CARLINO, La Sila Greca. Tra Storia e Feudalità. I feudi del suo territorio, conSenso publishing, Rossano 2023
 

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica