52 minuti fa:Premio "Giorgio La Pira - Città di Cassano" assegnato al Cardinale Matteo Maria Zuppi
22 minuti fa:Auto finisce fuori strada ma i soccorritori sul posto non trovano nessuno
4 ore fa:Tutto pronto a Oriolo e Rocca Imperiale per il Festival nazionale dei Borghi più Belli d'Italia
22 minuti fa:Anche il M5S di Co-Ro fa partire la raccolta firme contro l'autonomia differenziata
4 ore fa:Cara Elly, ti scrivo... in Calabria serve un rinnovamento urgente
2 ore fa:«Occhiuto impugni il provvedimento e firmi per il referendum contro l'Autonomia Differenziata»
1 ora fa:Prima Youth Conference regionale della Calabria del progetto "Care Leavers"
3 ore fa: Fausto Tarsitano e Cesare Gigli presentano a Co-Ro il romanzo “Porpora”
3 ore fa:Dopo 30 anni tornano le reliquie della martire Sant'Aurelia a Longobucco
2 ore fa:Nasce il brand "Visit Sila" per una nuova stagione del turismo attraverso la mobilità sostenibile

Questa notte gli animali parleranno... ma guai ad ascoltarli!

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Nella notte tra il 5 e 6 gennaio, la magia può far accadere di tutto. Anche che gli animali di casa parlino e giudichino il comportamento dei padroni. Le antiche leggende sparse in Italia mettono in guardia però dall’ascoltarli, pena inesorabili sciagure.

Una leggenda, che si tramanda negli anni, vorrebbe che i nostri animali domestici nella notte in cui arriva la simpatica vecchietta a dispensare regali ai bambini buoni, o cenere e carbone ai birichini, ricevano il dono della parola e parlino dei loro padroni; bene se sono trattati bene e male se invece sono trattati male.

In questo giorno cagnolini e gattini ricevono coccole e carezze ed anche supplementi di cibo, per timore che si dica male dei loro padroncini.

Anche nella cultura contadina di una volta oche, galline, mucche, maiali e addirittura gli uccellini in gabbia avevano doppia razione di cibo, mentre i cavalli venivano strigliati al meglio.

Ma mentre questa leggenda vigeva nella nostra zona di Calabria nella notte dell’epifania, altrove gli animali ricevevano questo “dono” nella notte di Natale.

«La sera della Vigilia di Natale - si narra in un’antica leggenda ancora nota tra i pastori del Pollino, infatti - anche il bestiame doveva mangiare bene, proprio come fanno i cristiani. Ai cani, si dava un po’ di latte e il pezzo di pane più grosso, alle capre e alle pecore lasciavamo grosse fasce di frasca di leccio; alle galline buttavamo grano e orzo; ai porci, ghiande e beverone di crusca; all’asino, alla mula e alla giumenta, una bella cioffa di biada; ai buoi mettevamo più paglia, fave bollite e una fascetta di fieno. Poi, appena chiuse le porte della stalla e dell’ovile, ci avviavamo verso il paese, dove le donne avevano già preparato i nove piatti di Natale».

Epifania o Natale che sia, agli animali veniva data questa grande “opportunità”: quella di giudicare i loro padroni.

Essere timorosi del loro giudizio può significare un ammonimento a trattare bene i nostri amici a quattro zampe o anche la consapevolezza che nessuno di noi può farla franca di fronte al giudizio inesorabile dei nostri comportamenti che arriva solitamente dalle anime più pure, proprio come quelle gli animali

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide