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Chi possedeva sale aveva un tesoro... la Salina di Valimonte fu strumento contro la disoccupazione

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Il sale è da sempre fondamentale per la vita umana: necessario come l'acqua. È alla base di molte funzioni fisiologiche. Senza sale ci disidrateremmo. È infatti fondamentale per mantenere l'equilibrio dei liquidi nel corpo e la trasmissione degli impulsi nervosi.

Il sale apporta sodio e cloro, due elementi fondamentali nella regolazione dell'equilibrio acido-base dell'organismo (vale a dire l'equilibrio tra sostanze acide e alcaline presenti nel sangue e nei tessuti) e del bilancio idrico (vale a dire la distribuzione dei liquidi nonché il volume di sangue nell'organismo).

Nell'antichità era noto come l'”oro bianco”, un elemento vitale, prezioso tanto quanto l'acqua. Legato alla proprietà di conservazione, di purificazione e di guarigione, il sale ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell'uomo, sin dalla notte dei tempi. Nell'antica Roma il sale era un bene così prezioso che i soldati erano pagati con questa sostanza, da qui il termine "salario", usato ancora oggi.

In Italia abbiamo numerosi giacimenti di salgemma: a Lungro presso Castrovillari, a Volterra e soprattutto in Sicilia (Realmonte e Racalmuto in provincia di Agrigento), mentre altri come quello di Valimonte a Rossano ha esaurito la sua vena salina.

Occorre effettuare una distinzione tra i sali marini e i sali di rocca o salgemma: il sale marino si ottiene per evaporazione dall'acqua del mare, mentre il salgemma o sale di rocca o sale di miniera viene estratto dalla roccia, ovvero dalle miniere di sale.

In cucina esistono due scuole di pensiero; le nostre massaie ritengono che le conserve per mantenersi meglio e durare nel tempo hanno bisogno del sale di miniera, altre invece sono di parere opposto e ritengono il sale marino migliore.

Certo è che l’importanza del sale è entrata anche nel nostro modo di esprimerci; la sua importanza si riflette anche nella lingua; la parola “sale” è presente in diverse espressioni, quali il “sale della terra”, “avere sale in zucca”, “restare di sale”.

Nei secoli il sale è stato addirittura più prezioso dell'oro. Il sale creava scambi, sorreggeva monete, imponeva tasse, provocava guerre. Per questa ragione, fin dall'antichità, si svilupparono monopoli allo scopo di calmierare i prezzi all'interno, di regolare l'introito dei mediatori ed assoggettarlo all'imposta.

Dal 1862 al 1974 l’imposta sul consumo del sale imponeva la vendita del prezioso alimento esclusivamente nelle tabaccherie, unitamente all’altra merce soggetta al monopolio che erano le sigarette. Dopo il 1974 il sale si trova anche nei supermercati.

Probabilmente l’importanza strategica di Rossano, fin dai tempi antichi, era dovuta anche alla presenza delle miniere di sale in contrada Valimonti.

Qui le miniere di sale furono sfruttate fino a poco tempo fa, quando ancora il sale era monopolio di Stato ed i cosiddetti “ladri di sale” erano soliti saccheggiare il bene biancastro e rivenderlo, magari a peso d’oro.

Sul finire degli anni ’50 del secolo scorso però la miniera di Valimonti cominciava ad esaurirsi e tanti lavoratori impegnati a scavare il prezioso prodotto di ritrovarono disoccupati.

Un trafiletto dello storico giornale locale Nuova Rossano, il numero 11 del 1957, riporta la notizia della richiesta di riapertura della miniera che “porterebbe ad una nuova occupazione dei lavoratori di Rossano, Paludi, Cropalati, Caloveto, Crosia e Calopezzati”.

Il giornale locale torna alla carica nel 1964 per chiedere la riapertura della miniera con un lungo articolo riportante questo titolo: “Per l’economia della zona è necessario far funzionare la Salina Rossanese di Valimonte”, ma ormai la sorte del sito era segnata lasciando spazio a quei pochi, forse nostalgici del passato che, nonostante l’irrisorietà del prezzo ormai alla portata di tutti, si intrufolavano in miniera per andare a raccogliere salgemma.

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide