10 ore fa:Partite vendute, sogni traditi: il fango del calcio arriva anche ai giovani
7 ore fa:Riparte “Ecoross Educational”: i bambini di Trebisacce protagonisti della sostenibilità
6 ore fa:Elisa Scutellà proclamata in Consiglio regionale: «Opposizione dura e leale solo ai calabresi»
7 ore fa:Al via procedure stabilizzazione Tis a Castrovillari. Rosa: «Accolta la nostra richiesta»
10 ore fa:Baker Hughes, Rapani (FdI): «Crotone raccoglie i frutti di ciò che Co-Ro ha respinto»
8 ore fa:Con Greco "Casa Riformista-Italia Viva" entra nel Consiglio regionale della Calabria
9 ore fa:Ecco perché le bende medicali di Padre Pio sono conservate e venerate ad Altomonte
11 ore fa: Crosia, la Casa di Comunità ferma ai blocchi di partenza: cresce la preoccupazione dei cittadini
8 ore fa:Bando centri storici Co-Ro, Confcommercio: «Serve più tempo per costruire un progetto condiviso e sostenibile»
9 ore fa:Proclamati i consiglieri regionali eletti nella circoscrizione nord

San Giovanni di Dio, il santo degli ammalati e quell'antica tradizione rossanese

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - San Giovanni di Dio è molto venerato a Rossano, ma anche un po’ d’ovunque essendo il Santo protettore degli ammalati.

Giovanni di Dio, al secolo Juan Ciudad, è stato un religioso spagnolo di origine portoghese, fondatore dell'Ordine Ospedaliero detto dei "Fatebenefratelli". Nel 1690 è stato proclamato santo da papa Alessandro VIII. Nasce l’otto marzo del 1495 a Montemor-o-Novo, Portogallo e muore nel 1550 a distanza di cinquantacinque anni esatti.

Ha fondato l’ordine ospedaliero “Fatebenefratelli” ed è per questo che lo si ricorda come il protettore degli ammalati, dei medici e degli infermieri.

La piccola chiesa in cui è venerato a Rossano non riesce ad accogliere tutti i fedeli che, nei giorni del triduo a lui dedicato vogliono dedicargli una preghiera e per questo motivo, già dai primi giorni di marzo, la statua viene portata in cattedrale.

La chiesetta di San Giovanni di Dio si trova in Piazza del Commercio ed è piena di ex voto provenienti da tutte le parti d’Italia ed anche dall’estero. La chiesetta con i locali annessi era inizialmente di proprietà della confraternita dell’Annunziata che poi la cedette ai monaci Fatebenefratelli.

Il primo ospedale cittadino è stato dedicato al Santo iberico e si trovava proprio nei pressi della chiesetta; contava solo dieci ammalati che venivano curati da un medico.

Pensare ad un ospedale in quei piccoli locali oggi fa sorridere, ma bisogna sempre fare i conti con i periodi storici.

Fino a qualche anno fa si teneva una processione molto seguita dal popolo. La statua del Santo veniva portata a spalla per le vie della città e quando giungeva nei pressi del vecchio ospedale cittadino, sostava per diverso tempo quasi a voler benedire i tanti ammalati e medici che si affacciavano dalle finestre.

Nei nostri giorni tanti sostano e pregano per l’intera giornata in occasione della ricorrenza.

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide