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Carlo Carlino, lo studioso calabrese dall’anima europeista

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CORIGLIANO-ROSSANO – La vita e le opere di Carlo Carlino, studioso calabrese, sono qui sapientemente raccontate dalla penna del professor Franco Emilio Carlino. Un vero e proprio omaggio che arriva a 17 anni dalla morte del poliedrico intellettuale che dedicò le sue energie per dare al mondo della Cultura calabrese un respiro nazionale ed europeo.

Non è razionalmente semplice per me scrivere di Carlo. Prima che morisse ebbi l’opportunità di conversare con lui solo telefonicamente. Quello che ci accomunava era la medesima discendenza, la nostra famiglia ‘Carlino’ di Cinquefrondi (Reggio Calabria) con il comune trisnonno Raffaele. Finalmente ci eravamo ritrovati, dopo un una lunga ricerca, per alcuni interessi storici e letterari e con lo scopo di andare alla fonte delle nostre comuni origini. In una sua lettera, mi scriveva «Carissimo Franco, con qualche giorno di ritardo ti invio il libro. Lo faccio con estremo piacere, sorpreso e contento per aver ritrovato un altro parente che mi auguro di incontrare presto. Con un affettuoso saluto, tuo Carlo».

 Avevamo preso impegno di incontraci a Rossano, città da Lui amata per il patrimonio artistico-culturale-architettonico e alla quale dedicò alcuni suoi studi, tra cui alcune significative note sulla Cattedrale e su Santa Maria del Pathir, da Lui definito «il più alto esempio di architettura basiliano-normanna».

Avremmo dovuto dare luogo a un percorso congiunto, ma il destino è stato crudele perché Carlo, lo studioso calabrese dall’anima europeista e fine esperto di filologia e cultura francese, alla fine di ottobre del 2004, a soli 51 anni, inaspettatamente, all’apice della sua maturità e della sua saggezza, interrompendo ogni programma e prospettiva futura, se ne andò e quell’incontro che accomunava i nostri personali sentimenti non si è più tenuto. Per tale ragione ho sentito il bisogno di fare memoria di lui attraverso il seguente, ma necessario segno di gratitudine.

Michele Carlo Carlino, più noto come Carlo, poeta, scrittore, intellettuale a tuttotondo, critico d’arte e letterario, saggista, era il primo di due fratelli, l’altro è Maurizio. Nacque a Cinquefrondi il 14 marzo del 1953, nella casa dei genitori in via F. Turati, 18, da Giovanni e Concetta Cotroneo meglio conosciuta come (Tina). Il padre originario di una nota famiglia di artigiani del ferro battuto, ben rinomata in tutta la zona, era fabbro ma svolgeva anche le mansioni di fontaniere per il comune di Cinquefrondi, la mamma era casalinga.

Avviato agli studi frequentò le scuole elementari di Cinquefrondi nell’Istituto “Francesco della Scala” e poi le scuole medie nello stesso comune. Ottenuta la licenza media proseguì la formazione superiore nel Liceo Scientifico “Guerrisi” di Cittanova. Al suo carattere mite e tollerante contrapponeva la sua fierezza determinata dalle sue origini calabresi e familiari. Tutte propensioni che lo resero se stesso per tutta la vita.

Il talento di fine letterato si ebbe modo di apprezzarlo già nel suo primo libro di poesie dal titolo “Nulla è mutato”, che pubblicò (nel 1970), a soli 17 anni quando ancora frequentava il Liceo. La Casa Editrice, Pubblicalabria, fu la stessa che qualche mese prima aveva pubblicato il volume di poesie di Pantaleone Sergi, dal titolo “I fiori del sud”, nel quale vennero ospitate e stampate tre sue poesie.

Raggiunta la maturità si iscrisse all’Università “La Sapienza” di Roma nella quale conseguì la laurea frequentando il Corso di Scienze Politiche. Lo studio, la formazione e le origini divennero ben presto la sua forza morale a cui si accompagnarono la correttezza e l’onestà intellettuale, pregi che emergono sempre dalle sue opere realizzate con grande rigore scientifico.

Terminati gli studi sposò la dott.ssa Clara Caruso dalla quale ebbe due figli: Giovanni Ludovico (conosciuto come Ludovico) e Anisia. Subito dopo il matrimonio lasciò il suo paese natale per trasferirsi a Taurianova paese della moglie.

Figura di alto profilo professionale e dalla indiscussa moralità fu uno scrupoloso conoscitore della Calabria artistica e letteraria. Nei suoi molteplici ruoli ricoperti, Carlo diede prova di essere persona dalla raffinata intellettualità. Professionalmente iniziò la sua collaborazione con diverse testate giornalistiche: ‘Paese Sera’, ‘L’Unità’ per la quale curò le pagine dedicate alla cultura, ‘La Gazzetta del Sud’ di cui divenne una delle firme più autorevoli. Avviò delle collaborazioni con alcune case editrici, che lo impegnarono a spostarsi prima a Soveria Mannelli cittadina del Reventino-Savuto e poi definitivamente a Catanzaro, alle quali si concesse senza risparmio con la responsabilità di grande intellettuale, cultore di letteratura francese e traduttore.

Al riguardo, ecco quanto scrive Tommaso F. Pezzano nella “Nota del Curator”e quale contributo alla Bibliografia degli scritti di Carlo: «Attento, profondo e rigoroso studioso qual era, ha speso molte delle sue energie e fatiche intellettuali per dare al mondo della Cultura calabrese, e non solo, quel respiro nazionale ed europeo che a volte Le era mancato nel corso degli anni. Carlo Carlino ci ha lasciato un patrimonio non indifferente di libri, saggi e articoli, svolgendo un ruolo di primissimo piano come dirigente editoriale per conto di prestigiose case editrici calabresi quali Rubbettino e Abramo, collaborando con la Donzelli, la Sellerio e la Iiriti».

Ed è sempre lo stesso Pezzano che in un altro passaggio di una sua “Breve Biografia” sostiene: «È nato in una provincia che ha dato i natali a Fortunato Seminara, Leonida Repaci ed Antonio Piromalli, viveva a Catanzaro, la città che l’aveva adottato. Saggista, francesista, operatore culturale, ha curato e scritto vari libri d’arte e di viaggi, saggi ed elzeviri, collaborando anche con diverse testate e riviste nazionali nonché con Telespazio Calabria (Catanzaro) e la RAI».

Provava grande affetto per la sua Calabria per la quale realizzò una significativa produzione saggistica e letteraria. Come critico d’arte ebbe modo di curare numerose mostre e pubblicare alcune interessanti opere riguardanti i più famosi artisti calabresi, tra cui Mattia e Gregorio Preti, fratello più grande del più rinomato Mattia, al quale dedicò il volume: “Gregorio Preti. Da Taverna a Roma” (1603-1672), e sul quale Carlo portò alla luce l’opera oscura dello stesso Gregorio affermando che questi fu sempre interpretato come dipendente della figura di Mattia, cosa che invece, alla luce di studi più approfonditi Gregorio risultò possedere una sua specifica personalità tanto da dedurne che alcune sue opere attribuite al fratello Mattia erano, invece, sue. 

Appassionato ed esperto di gastronomia produsse interessanti saggi e libri riguardanti il settore tra cui la traduzione per Sellerio de “Il grande dizionario di cucina di Alexander Dumas”. Pubblicazione in cofanetto che il destino volle uscisse proprio il giorno della sua morte. Con la stessa casa editrice che si occupò anche delle “Storie di Montalbano” di Andrea Camilleri, Carlo curò il volume “Massime e pensieri di Napoleone” di H. de Balzac.

Ebbe modo di ricoprire il prestigioso incarico di professore a contratto presso l’Università della Calabria e di collaboratore della Facoltà di Scienze Turistiche. La promozione della cultura era per Lui un fiore all’occhiello. Dedicò gran parte della sua vita allo studio e alla trasmissione della conoscenza. Instancabile ricercatore fu per la Calabria un indiscusso punto di riferimento e di confronto. Diventò una firma prestigiosa anche per “Calabria”, rivista ufficiale del Consiglio Regionale, per la quale pubblicò tra le tante anche Santuari e chiese di Calabria: guida ai siti religiosi e ai luoghi di culto e Sila Piccola. Quando ebbi modo di parlare telefonicamente con Lui lavorava come responsabile editoriale alla “Collana di Edizioni Regionali della Civiltà Calabrese” edita dal Sistema Bibliotecario Vibonese per conto dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Calabria, incarico, poi, che mantenne fino alla sua scomparsa.

Nel campo dell’editoria, Carlo concorse a produrre tantissime opere dalle quali si manifesta decisamente il suo richiamo ai valori e al riscatto della storia calabrese, messaggio presentato al lettore sempre con scrupolosità e spirito critico e guardando alla contemporaneità in una prospettiva sempre aperta a nuove proposte. La scelta e la consapevolezza di rinunciare a spostarsi fuori dalla Calabria, dove senza dubbio sarebbe stato molto più apprezzato, entrarono in conflittualità con la sua volontà di intellettuale scomodo, sempre pronto a esprimere il suo risentimento riguardo alla difficile condizione della società calabrese, ragioni della sua vita che lo convinsero a rimanere nella sua Terra, fonte inesauribile di illuminazione, proprio per promuoverne una riabilitazione che potesse, in qualche modo, farla uscire dal torpore nella quale da molti anni viene confinata.

Personaggio rigoroso, ma allo stesso tempo umile, ragionava vedendo le cose sempre da un punto di vista diverso dal consueto. Il suo impegno a 360°, la sua preparazione, il suo spirito europeista gli consentirono di rapportarsi e abbracciare le diverse espressioni culturali per cui di Lui troviamo opere di Letteratura Calabrese, di Letteratura Straniera, Guide turistiche, Libri riguardanti i viaggiatori stranieri in Calabria, di Storia e arte, Cataloghi relativi alle mostre.

Facendo mie le parole di T. F. Pezzano concludo dicendo che “l’Uomo Carlino che, con sua produzione culturale ha cercato instancabilmente di riscattare questa nostra amata Terra dai vari “topoi” negativi che per lungo tempo l’hanno caratterizzata”, si spegneva prematuramente nella sua Catanzaro il 30 ottobre 2004.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.