Pane dei morti e pane di S. Antonio a Corigliano
Nel settimo giorno dalla scomparsa di una persona cara, dopo la celebrazione della Messa, i familiari distribuivano ad alcuni poveri del paese dei piccoli pani di forma rotonda.Un'usanza che ancora resiste

di Giulio Iudicissa
Coltivò tante belle usanze, nel corso dei secoli, il popolo coriglianese, alcune improntate allo spirito di carità. Fra tutte ve n’è una, assai semplice, ma carica di valore umano e cristiano. Nasceva dalla fede e dalla condivisione dell'altrui bisogno. Ha come oggetto il pane, il frutto della terra per eccellenza, almeno nella nostra cultura.
Ebbene, nel settimo giorno dalla scomparsa di una persona cara, dopo la celebrazione della Messa, i familiari, secondo le possibilità domestiche, distribuivano ad alcuni poveri del paese dei piccoli pani di forma rotonda. Era il pane dei morti, appositamente commissionato e confezionato. Chi lo riceveva, lo consumava, poi, in famiglia, con una certa sacralità, ricordando il defunto con una preghiera.
Più tardi, nel 1882, don Stefano Ciollaro, insediatosi quale rettore nella chiesa di S. Antonio, apprezzando un sì bel sentimento popolare, volle adottare questa pratica pia, estendendola a tutto l'anno. Si assunse, perciò, l’onere di acquistare del pane e di distribuirlo, dopo averlo benedetto, ogni martedì, ai tanti indigenti del luogo.
Fu così che all'usanza del pane dei morti si aggiunse l'altra del pane di S. Antonio e, nel trascorrere degli anni, i due fatti si sovrapposero, fino a fondersi. Come a dire che popolo e chiesa s'incontrarono in un punto di carità.
Ecco, una volta, accadevano anche di queste cose! Cose di paese, insignificanti per la grande storia, eppure a tratti ancora emergenti e che raccontano, nella fattispecie, la pietà per la memoria dei defunti ed il culto sincero per un santo.
Storie d'Altri tempi è un progetto dell'Eco dello Ionio e dell'associazione Rossano Purpurea, nato per costruire un racconto corale di memorie cittadine tra Corigliano e Rossano. I contenuti sono frutto di un patrimonio orale di ricordi, o di ricerche storico- antropologiche, per lo più inedite, che gli autori hanno accettato di condividere con noi. Una narrazione unica, antica e nuova allo stesso tempo, della nostra identità.