Il fascino di quelle due misteriosissime "Erme" ritrovate nel centro storico di Rossano
La scoperta di Mario Massoni: «quante città possono vantarsi di possedere delle antiche, forse antichissime “erme”?». Sono piccole sculture raffiguranti una o più teste umane collocate un tempo lungo le strade per invocare la protezione di Ermes

*di Mario Massoni
Dopo mezzo secolo di ricerche archivistiche e “sul campo”, mi convinco sempre più di come la città di Rossano sia ricca di testimonianze storico-artistiche di gran pregio, di tesori e di misteri che attendono di essere svelati.
Per esempio: quante città possono vantarsi di possedere delle antiche, forse antichissime “erme”?
Noi ne abbiamo addirittura due, in attesa di essere studiate e collocate, proprietari permettendo, in un museo cittadino per essere fruibili da tutti.
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La prima è stata individuata nel 1982 dai soci della “Roscianum” dietro l’abitazione di Curcio-Dima: sovrastava il muretto di protezione di un percorso esterno alle mura e dismesso da secoli, con funzioni quasi certamente militar-difensive (collegava le fortificazioni dello “Spuntone” con la zona di porta dell’Acqua, secoli prima che fosse allargato il passaggio dell’attuale corso Garibaldi). Il dottor Curcio concesse all’Associazione di esporre nell’antiquarium della propria sede il prezioso reperto, che negli anni 2000 è ritornato ai legittimi proprietari. L’epoca di questa erma trifronte, i cui personaggi sono da identificare, è oscura, così come la sua funzione. Scartata per vari motivi l’ipotesi di una realizzazione a scopo decorativo, resta quella legata ad una più canonica “protezione” di strade, passaggi o ingressi di edifici.
Personalmente ritengo che sia sempre stata nel luogo di rinvenimento, a “difesa” di un percorso extramurale insidioso e riservato prevalentemente a guarnigioni militari. Sull’epoca non mi pronuncio, ma direi che si potrebbe riscrivere la storia del “castrumvalidissimum” che in epoca romana rappresentava un efficace avamposto difensivo e che, probabilmente, si estendeva con un sistema di mura anche al di là del “castello della croce” per prevenire eventuali attacchi dalla parte della montagna. Solo ipotesi, ovviamente, in attesa di riscontri o di smentite.
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La seconda erma, bifronte, fu individuata nel 2007 dal geometra Luca Federico nel corso di lavori di ristrutturazione del palazzo che almeno a partire dal XIX secolo fu dei Pignataro (ora degli Amoruso). Il suo arco d’ingresso affaccia sul vicolo che fino al 1850 circa consentiva di attraversare la città (ancora non esisteva il tratto di corso fino allo Spuntone) e dista in linea d’aria 70 metri dal luogo in cui si trova la prima erma. Cosa questa che fa riflettere: Rossano è l’unica a possedere un manufatto di questo tipo… anzi, ne possiede addirittura due… e questi sono collocati a breve distanza l’uno dall’altro! La seconda erma appare tuttavia di epoca più recente rispetto alla prima (XVI/XVII secolo?).
Che si tratti di un fenomeno di imitazione da parte di privati?
Oppure va messa in relazione con l’importanza viaria in cui era contestuato l’edificio, che rappresentava una sorta di “limen” fra il centro storico e la limitrofa rupe?
Oppure ancora le due erme sono fra loro collegate (in tal caso andrebbe ampiamente post-datata la prima di esse, per ricondurre entrambe a
periodo tardo rinascimentale)?
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