Nel Basso Jonio e nella Sila Greca lo spopolamento dei centri storici, a vantaggio delle marine, ha rappresentato e rappresenta a tutt’oggi uno dei fenomeni più evidenti. Una delle emergenze da governare. Ma al tempo stesso una delle sfide di sviluppo e turistiche che vale la pena di ingaggiare. Tra quelli che, in termini di residenti, ha subito uno spopolamento quasi assoluto vi è sicuramente la cittadella medioevale di Cariati. La sua popolazione, che fino a qualche decennio fa era a quattro cifre, ora è ridotta, almeno sulla carta, a qualche centinaio. L’accorpamento alla Diocesi di Rossano, col conseguente abbandono della sede vescovile, lo spostamento e poi la soppressione della Pretura, lo spostamento della locale caserma dei carabinieri e quello di importanti uffici comunali, hanno nel tempo segnato negativamente il centro storico, limitandone drasticamente la vitalità e l’importanza.
Ciò ha coinciso con un lento ma inesorabile spostamento della popolazione nella zona marina che, contrariamente a tanti altri centri del territorio e calabresi, non registra soluzioni di continuità col centro storico. Quello di Cariati, infatti, è uno dei rari centri storici contigui alla marina, letteralmente affacciato sul mare. Paradossalmente, per raggiungere le spiagge dal centro storico, si impiega lo stesso tempo a piedi o in macchina e quest’ultimo aspetto della mobilità sostenibile, ne ha fatto negli ultimi decenni una delle più ambite destinazioni turistiche. Soprattutto nella stagione estiva, quando le viuzze del borgo medioevale, lastricate con pietra locale e le sue piazzette, fanno da scenario naturale alle numerose manifestazioni di carattere culturale (la quasi totalità di quelle programmate dall’Amministrazione Comunale) che vi hanno luogo, e i numerosi B&B, fanno registrare il tutto esaurito. Ed è proprio la rete di ricettività diffusa e di qualità, una delle prime sviluppatesi nel territorio, che rappresenta oggi uno dei principali attrattori, anche in termini di servizi, di questo centro storico nel quale i turisti non mancano in nessun periodo dell’anno. Una contraddizione evidente rispetto allo spopolamento consiste nel fatto che tutti gli indicatori demografici della cittadina, nel suo complesso, hanno avuto, almeno fino al 2011, saldi positivi, anche grazie ad una numerosa presenza di immigrati che ha compensato la costante emigrazione, verso l’estero o alcune regioni del nord Italia, contrariamente a tanti altri centri del Basso Jonio. Tra i quali spicca il Comune di
Campana che negli ultimi anni, col suo trenta per cento in meno, ha fatto registrare solo indici negativi: alta percentuale di invecchiamento della popolazione, decremento della natalità, alta emigrazione, che poi significa abbandono del centro storico. In questa triste graduatoria, tuttavia, non è solo, perché tutti gli altri comuni sono interessati dallo stesso processo di invecchiamento e spopolamento e che, nell’arco di qualche decennio, se non si interviene per invertirne la tendenza, rischiano di essere trasformati in paesi musei. Eppure tra essi si annoverano centri, come
Longobucco, con una lunga tradizione di attività economiche e artigianali e con un territorio ricco di risorse naturali, capaci di innescare virtuosi processi economici. Il Comune, che negli ultimi anni è stato interessato anche da un buon livello di riqualificazione urbana e di servizi, con la costruzione di scuole e attrezzature sportive, ha pagato il forzoso isolamento dovuto alla mancanza di collegamenti, ma favorito anche da amministrazioni poco attente, che non hanno investito per tempo sul territorio, per valorizzarne le grandi potenzialità. E così è finito per diventare tributario dei maggiori e vicini centri costieri. Né una sorte migliore è riservata ai comuni di
Terravecchia e
Scala Coeli, che non riescono a mantenere le scuole, perché anche qui sono venuti al pettine i nodi del decremento delle nascite e del conseguente invecchiamento naturale della popolazione, inarrestabile, perché restano solo i vecchi, mentre i giovani vanno via in cerca di migliore fortuna. Il che non risparmia neanche
Bocchigliero, comune montano dalle notevoli risorse boschive e naturalistiche, ma tagliato fuori da un sistema di trasporti e collegamenti, tanto arcaico quanto inconsistente, e da amministrazioni locali sciatte, che solo da poco si stanno impegnando nello sviluppo delle risorse locali. Sfugge, in parte a questa tendenza, anche se non può ancora cantare vittoria, il comune di
Mandatoriccio, che ha investito sul mare, ma non ha trascurato il centro storico, oggetto di numerosi interventi di riqualificazione urbana, teatro come Cariati di vivaci iniziative e programmazione turistico-culturale, che ha saputo mantenere i suoi abitanti, al di là di un piccolo calo compensato dall’arrivo di cittadini stranieri.