Di SAMANTHA TARANTINO Più si progredisce e più si va indietro. Questi i paradossi delle società moderne. E dove in alcune zone del globo ancora si muore di fame, in altre si muore per ciò che si mangia. «Cattiva alimentazione, abuso di carni e sedentarietà. Queste le cause del maggior numero di tumori». A dircelo è il dottor
Angelo Pomillo del reparto di
Oncologia medica dell’ospedale Nicola Giannettasio di Rossano, diretto dal dottor Francesco Iuliano. L’Unità Operativa si occupa dell’assistenza a pazienti affetti da malattie neoplastiche, con visite ematologiche, oncologiche e senologiche, eco-mammelle, somministrazione di terapie e terapie ematologiche. «Per quanto riguarda il nostro reparto, si è notato un aumento dell’incidenza dei tumori del
30%, su circa 400 pazienti, rispetto all’anno scorso. Con un picco elevato per i
tumori alla mammella, al polmone, allo stomaco e al colon, accanto agli altri. Sulle cause potremmo dilungarci, ma perlopiù sono legate al cibo. Il nemico numero uno è
la carne ‒ continua il dottor Pomillo ‒ soprattutto perché oggi mangiamo carni trattate. Questo incide molto
sul cancro al colon, allo stomaco, ma anche alla mammella, fattori di ereditarietà a parte. In effetti, se ci si nutre di carni pompate di estrogeni, giocoforza questi prima o poi arrivano alla mammella. Lo stesso vale anche per i cibi di derivazione animale, come il latte prodotto da animali che si cibano di erbe trattate con pesticidi. Per non parlare della frutta e della verdura, anch’esse contaminate. Non bisogna esagerare». Di cibo genuino neanche l’ombra. Ma come? Noi appartenenti al paese della
Dieta mediterranea, che nel 2010 è diventata Patrimonio dell’Unesco, siamo certi di seguirla davvero? I banchi dei supermercati sono stracolmi di prodotti confezionati e raffinati, ricchi di grassi idrogenati e di oli di scarsa qualità, snack industriali dolci e salati, bibite gassate e piatti pronti. «A differenza delle grosse città ‒ ci dice il dottor Pomillo ‒, dalle nostre parti non si può parlare di inquinamento ambientale, sebbene ci siano tonnellate di rifiuti tossici nei nostri mari o sottoterra. Ma lo stress, il fumo, la vita sedentaria possono causare la malattia. Se pensiamo che il punto di forza del nostro organismo è il sistema immunitario, se questo è depresso per stress, la cellula tumorale aggredisce con più facilità l’organismo».
E la prevenzione? Praticamente qui non esiste. «Purtroppo è così ‒ continua il dottor Pomillo ‒ per mancanza di strutture e di educazione alla prevenzione. Sono poche le donne che, ad esempio, a quarant’anni si sottopongono alla prima mammografia.
Per la mammella non esiste prevenzione e neanche per l’utero. Eppure sono due tumori che, se diagnosticati in tempo, possono essere annientati. Ad esempio, un tumore alla mammella di 7 o 8 mm si può curare. Invece, arrivano da noi in ospedale donne con tumori talmente grandi da essere inoperabili, perché non hanno fatto prevenzione. Ecco perché è aumentata la mortalità anche tra le giovani». Alla mancanza di prevenzione, si sopperisce con l’introduzione di terapie all’avanguardia. «
Ormai stanno andando a scomparire i chemioterapici, sostituiti da terapie con farmaci biologici, la cosiddetta targeted therapy ‒ conclude il dottor Pomillo ‒. Sono farmaci selettivi che colpiscono le cellule malate, risparmiando le cellule sane, con meno effetti collaterali. Nel nostro reparto,
utilizziamo farmaci innovativi e all’avanguardia, mentre attendiamo un ecografo di alta fascia per la diagnostica. Abbiamo una buona percentuale di riuscita nelle cure, in linea con i grossi centri. Per questo motivo, posso dire che non c’è una migrazione oncologica di pazienti, come avviene invece per la chirurgia. Si preferisce fare le operazioni fuori, ma per il ciclo di chemio si usufruisce del nostro reparto.
Il merito è dell’intera équipe composta da tre miei colleghi, oltre al primario che è al servizio dei pazienti. Il professor Iuliano effettua in reparto le biopsie osteo-midollari necessarie per verificare la prevenzione di malattie del midollo osseo che prima erano disponibili solo a Catanzaro». Piccole speranze in un periodo di sconforto generale.