di ROSSELLA MOLINARI Aprire un confronto con
Enel e trovare una soluzione che vada nella direzione di creare lavoro nel rispetto dell'ambiente. La holding energetica ha avuto tanto da questo territorio e ora è giusto che metta in campo degli investimenti per continuare a dare risposte in termini di occupazione e di sviluppo. La protesta eclatante dei sei operai dell'indotto che rischiano di tornare a casa a fine anno ha fatto riesplodere la questione in tutta la sua drammaticità, facendo emergere la necessità non più procrastinabile, di definire quale dovrà essere il futuro della Centrale di contrada Cutura. E anche il presidente della
Regione Calabria, Mario Oliverio, sentito a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico regionale tenutasi lunedì 5 ottobre all'
Itis “Ettore Majorana” di Rossano, sottolinea l'esigenza di aprire un dialogo con la holding energetica. “Credo – ha affermato il Governatore – che si debba aprire un confronto con Enel che da questo territorio ha avuto tanto. Ora deve venire a un tavolo, insieme agli enti locali e alla Regione, per mettere in campo degli investimenti che vadano nella direzione di creare occupazione e crescita del territorio, naturalmente tutelando l'ambiente”. Di discussioni, in questi anni, ce ne sono state tante. E dopo il “no” alle ipotesi di riconversione a carbone le proposte, provenienti da più parti e in più tempi, sono state avanzate in ordine sparso senza giungere ad alcuna conclusione concreta. Il risultato, oltre alla paralisi, è un impianto che si avvia alla dismissione e quaranta famiglie a rischio disoccupazione. Allo stato attuale, non vi è un progetto unitario ma si auspica che a breve si possa quantomeno metter su una proposta alternativa in grado di far convergere le forze. “Vediamo quali possono essere i progetti in campo – ha affermato ancora Oliverio – sicuramente la
Centrale Enel di Rossano va riconvertita”. Il Governatore ha poi risposto ad ulteriori interrogativi su alcune delle principali questioni aperte nel territorio. E sulla scia di quel “patto per la Sibaritide” che echeggiava durante la campagna elettorale delllo scorso autunno, chi si aspettava prese di posizioni più decise oggi rischia di restare un po' deluso. In primis sul
Tribunale di Rossano, unico presidio giudiziario soppresso in Calabria, per il quale, in campagna elettorale, Oliverio aveva promesso grande impegno: “Lavorerò perché si apra un confronto – affermava nel novembre 2014 in occasione di un evento pubblico tenutosi in piazza Bernardino Le Fosse – credo che questo Tribunale abbia i requisiti e i titoli per essere rimesso in piedi”. In quella occasione anche il vice segretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini ribadiva a gran voce che “nessuna decisione è irrevocabile”. Oggi, queste le parole di Mario Oliverio sul presidio giudiziario: “È aperta una discussione con il Ministero della Giustizia, con il Governo e con il Parlamento. Noi ci impegniamo a non rinunciare, tuttavia la decisione non è di competenza della Regione bensì del Governo”. Giusto, la decisione spetta al Governo, ma alle Istituzioni locali non è certo impedito di “battere i pugni”, come ama dire lo stesso Governatore “anche con i piedi quando è necessario”, così come si è fatto per altre questioni. Infine, le “rassicurazioni” sull'ospedale unico della Sibaritide: “Voglio dirlo per tranquillizzare tutti: il nuovo ospedale si farà – garantisce Oliverio - è già in corso la progettazione, sulla base della quale si apriranno i cantieri, e stiamo seguendo da vicino con grande attenzione l'evolversi della situazione”.