di SERAFINO CARUSO Quando in un gruppo viene meno il gioco di squadra, quest’ultima inizia a perdere colpi. E pezzi. I solisti iniziano ad andare per fatti propri. Se la cantano e se la suonano. O almeno vorrebbero farlo. Ma se una squadra ha un gioco corale, questo non va bene. E prima o poi il giocattolo si sfalda. Quanto accaduto a Rossano. Dove i “mal di pancia” di qualcuno si erano già notati da un po’ di tempo. E nella conferenza stampa dei consiglieri di maggioranza (non tutti, in quanto ne mancavano tre) sono emersi alcuni particolari che hanno fatto capire (anche se abbiamo avuto l’impressione che ci sia ancora dell’altro dietro le dimissioni dei consiglieri di centrodestra…) perché Rossano non ha più un consiglio comunale, una giunta ed un Sindaco. “Più di una volta – hanno sostenuto in sintesi
Scarcello, Lucisano, De Simone e Mascaro, i consiglieri presenti alla conferenza stampa – abbiamo cercato di far capire ad
Antoniotti che bisognava cambiare ed agire con più incisione su vari argomenti, su vari settori. Ma ha sempre voluto fare di testa sua. Senza darci ascolto. Ed una squadra non può essere gestita così”. Il messaggio è stato chiaro. Alla conferenza stampa mancavano i consiglieri Cianciaruso, Falco e Primerano. Non soltanto un caso, a quanto pare. O almeno non un caso per tutti. I consiglieri presenti in conferenza stampa hanno presentato ognuno le proprie ragioni. Disaccordo sul modo di agire e su come perseguire il programma elettorale siglato con l'alleanza del 2011. Udc, Casa delle Libertà, Liste civiche. Tutti erano d'accordo sui programmi. Ma strada facendo, si sa, possono insorgere diversità di vedute, divisioni. Più o meno sanabili. I quattro in conferenza stampa hanno rappresentato un malessere che veniva da lontano. Sin da primi anni. Ma allora, perché non cercare di sfiduciare prima il Sindaco? Perché aspettare fino a sei mesi prima del voto e del naturale scioglimento del consiglio? Solo per un mero interesse di campagna elettorale? O si cela dell'altro, dietro a questa forte azione che tanto ha fatto e sta facendo discutere in città. Intanto registriamo, come già apparso anche sulla stampa quotidiana, una netta repulsione dell'imbarbarimento del clima politico. Antoniotti ha divulgato e fatto affiggere in città un manifesto con tanto di risposte ai suoi detrattori. La frattura, almeno a questo punto, sembra insanabile. Conferenza stampa annunciata per sabato 28 dall'ex vice-Sindaco,
Guglielmo Caputo. Tirato in causa,a più riprese, dallo stesso Antoniotti durante la sua conferenza. Per domenica 29 quella del centrosinistra. E in serata comizio di Antoniotti. Ognuno dice la sua. Ognuno cerca di non perdere ulteriore quota. Perché si, qui tutti sembra stiano perdendo simpatia e “punti”. La cittadinanza, al di là delle appartenenze politiche, è stanca di assistere al misero teatrino in scena negli ultimi giorni. Ognuno cerca di fare i propri interessi. Ognuno ha più di una giustificazione alle cose che dice o che fa. Ed intanto si perdono di vista i problemi principali che attanagliano una città, un intero territorio. Che sta letteralmente crollando a pezzi, nel senso geologico del termine. Una città in ginocchio, sia da un punto di vista fisico che etico. Crediamo che sia urgente, a questo punto, un serio esame di coscienza da parte di chiunque. Mondo del giornalismo incluso. Anche noi, infatti, non siamo immuni da colpe. Perché quello che viene considerato il cosiddetto “quarto potere” non sempre è all'altezza del proprio compito. Ma, ad ogni modo, cerca di fare il proprio dovere. Stimolando il dibattito, cercando di renderlo più pacato nei toni (ma quanta fatica, con certa controparte...), perseguendo sempre la strada della verità e della giustizia. Sulla scia di quanto detto, una domanda, fatta nella conferenza stampa dei consiglieri di maggioranza dimissionari, vogliamo riformularla. Anche perché non abbiamo ricevuto risposte convincenti. E dunque: vi rendete conto di aver fallito in tanti obiettivi? Vi rendete conto che siete stati amministratori o sostenitori di un'amministrazione che ha visto la città di Rossano perdere uno dietro l'altro presìdi di legalità e sviluppo (sanità, ferrovie, tribunale)? E se ve ne rendete conto, dovreste quantomeno trarne le dovute conclusioni. Ed evitare di ricandidarvi alle prossime elezioni. Nel rispetto dell'onestà intellettuale dei cittadini e di chi ha creduto a progetti e promesse. Perché la crisi di questa amministrazione ha tutto il sapore di una faida interna al centrodestra.
CENTROSINISTRA NON ESENTE DA COLPE Il fatto di non essere stati del tutto inermi durante quattro anni, il fatto di essere minoranza della minoranza in consiglio comunale (solo sei consiglieri comunali su 25), non significa essere completamente esenti da colpe e responsabilità di quanto la città di Rossano ha subito negli ultimi anni. La perdita del tribunale, una statale 106 che è quella che è, una ferrovia ormai inesistente, ospedali ridotti davvero a pronti soccorso (tranne qualche rara eccezione di buona sanità tra Rossano e Corigliano): questi ed altri fallimenti non possono e non devono essere imputati soltanto a chi ha guidato la città negli ultimi 5 anni. Il
centrosinistra (aspettiamo la conferenza stampa di domenica 29 novembre per sentire cosa hanno da dire) non può dire: ma noi lo avevamo denunciato con cocomunicati stampa, noi lo avevamo denunciato in consiglio. Giusto. Ma non sufficiente. Perché il centrosinistra non ha mai proposto una vera e propria mozione di sfiducia del Sindaco e della sua giunta in consiglio? Magari avrebbe trovato qualche esponente del centrosinistra disposto ad associarsi ed a votare a favore (ad esempio Rapani? almeno dal 2013 in rotta con la politica del Sindaco e della sua giunta). Ma si è preferito fare la “denucina”, il comunicato stampa. E basta. “Tanto non avevamo i numeri per sfiduciare il Sindaco”, ha detto
Leonardo Trento nel corso della trasmissione televisiva “Talking”, la cui ultima puntata, condotta dal collega Matteo Lauria, è stata ospitata, di buon grado, proprio nella nostra redazione. Intanto avrebbero fatto bene a presentarla, una mozione di sfiducia, su almeno uno dei tanti punti criticati in questi anni da Trento e colleghi di minoranza. Sarebbe rimasto agli atti del consiglio comunale. Una mozione chiara e precisa. Invece si è preferito mandare a casa un Sindaco ed i suoi assessori a sei mesi dal voto. Solo per il gusto di averlo fatto? Solo per non rendere la macchina comunale mezzo di propaganda politica e strumento di caccia di consenso? Non crediamo, sinceramente, che il centrosinistra sia potuto scendere ad un livello così basso. Allora lo si dica chiaramente (già nella conferenza stampa di domenica) perché ci si è voluti allineare a quella che nel pezzo d'apertura, non ho esitato a definire una “faida tutta interna al centrodestra”.
MOVIMENTO 5 STELLE: UN RISVEGLIO TARDIVO, MA FATTO DI TANTI BUONI PROPOSITI Era strano, quantomeno strano e sorprendente, il silenzio del
Movimento 5 Stelle di Rossano (il gruppo si chiama “Rossano in Movimento”) sul “terremoto” politico avvenuto in città con le dimissioni dei consiglieri che hanno portato allo scioglimento del consiglio. Ed ecco che i grillini rossanesi sono usciti fuori con un comunicato stampa (da altre parti si sarebbe fatto anche di più, forse: ad esempio una conferenza stampa o addirittura un intervento in piazza) contro tutto e tutti. Non giustificano nessuno: né il centrodestra né il centrosinistra. Usano toni duri contro gli sfiduciati e contro chi ha sfiduciato. Intanto portano avanti il loro discorso relativo alla creazione del programma politico. Presentato con il cosiddetto “Cronoprogramma”. Che è certamente il punto di maggior rilievo, visto il ritardo accumulato fin qui. Ritardo fisiologico, può darsi. Organizzare un movimento come il 5 Stelle a Rossano non è facile. Così come in tutte le periferie. Dove il voto di scambio prevale sul voto di opinione. Ed a Rossano, e nel Sud in generale, la cosa si amplifica. Non è facile far capire alle persone che c'è chi vuole fare politica solo ed esclusivamente per l'interesse generale. Ma è importante, proprio per tale motivo, che si investa di più sulle figure, sulla sostanza. Sulle persone. Ad oggi, tranne qualche rara eccezione, nel Movimento 5 Stelle rossanese sembrano mancare qualità ed eccellenze. Ma i ragazzi del gruppo stanno lavorando anche su questo discorso. Elementi come la giovane e brava Anna Minnicelli non possono essere emarginate solo perché portatrice di un cognome ritenuto “pesante”, non adatto, quasi. E perché? Ogni persona deve essere giudicata per quello che è. Per quello che fa. Per ciò che dice. Ma soprattutto per ciò che è. Come ad esempio lo stesso Pasquale Catalano, valente uomo di legge, emarginato ed ormai allontanatosi dal gruppo. La politica è fatta di idee. Ma soprattutto di uomini. Il Movimento non rischi di isolarsi. Si apra di più. Sia meno restrittivo con le persone valide. E badi di più alla sostanza. Il rischio è quello di ritrovarsi alle prossime amministrative con un pugno di mosche in mano.