IL RICORDO Ci ha lasciati Mastro Aldo Cirò. Se n’è andato in silenzio e in quella grande dignità che lo ha sempre contraddistinto, lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e togliendo un pezzo di memoria vivente alla comunità rossanese. Quella che lo aveva conosciuto e apprezzato come uomo, come artigiano e come genio dei motori. Per anni, anzi per più di mezzo secolo, è stato il “meccanico dei giovani”. Con lui i motori, qualsiasi motore, viveva, ruggiva, ritornava a vivere o, più semplicemente, da normale diventava un motore super, sopra le righe. Un titolo, quello di meccanico dei giovani, che cela e rievoca – allo stesso tempo – nella figura di Mastro Aldo un mondo di ricordi, una infinità di aneddoti e leggende, una nostalgia immensa. Perché dietro a questa mostrina che lui portava orgogliosamente sul petto c’era una bravura vera, un estro come pochi e c’era la sua maestria che aveva affinato lungo tutta una vita passata davanti ad un tornio, tra bulloni, morsetti, chiavi di ogni misura, cinghie e olio motore. Il suo lavoro valeva oro e l’ha messa a disposizione di tutti. E quando dico tutti vuol dire tutti: abbienti e meno abbienti. Ed in quelli che furono gli anni delle macchine elaborate e preparate, che in concessionaria costavano un botto di soldi, lui si è prestato alla sfida di realizzare sogni irrealizzabili. Soprattutto dei più giovani che non potendosi permettere una Abarth, si rifugiavano nella griffe Cirò sinonimo di eguale efficienza e preziosità. Erano gli anni d'oro del grande Real, gli anni di Happy Days e di Ralph Malph e dei Roy Rogers come jeans, e a Rossano, nella emergente Rossano che stava iniziando a vivere il suo boom economico, c’era Mastro Aldo Cirò e la sua officina, che trasformava macchine normali in macchine speciali. Una vita per la famiglia e per i motori. Il suo mondo era tutto li: casa e officina. E quel titolo di Maestro se l’è sudato e conquistato sul campo, non come tanti che oggi girano attorno a una puleggia ma senza mai capirne il verso. Lui, Mastro Aldo, con i motori ci parlava e quegli ingranaggi strani e senza vita, messi insieme dalle sue mani d’oro, diventavano il rombo del suo cuore. Ogni automobile passata dalle mani di Cirò era riconoscibilissima dal suono perfettamente cadenzato, ancora meglio di quello che cantava all’uscita dalla casa madre! Non a caso alla scuola di Mastro Aldo sono venuti ad istruirsi in tanti e anche ingegneri, costruttori e meccanici d’alto bordo. Tutti a scoprire segreti della meccanica hold style e a imparare le vecchie tecniche del tornio. Una passione, quella di auto e motori, trasmessa negli anni anche ai figli, in particolare a Giuseppe, cresciuto a pane e motori e divenuto asso dell’automobilismo. Ciao Mastro Aldo e buona strada. In questo lungo, ultimo ed infinito viaggio nel quale – ne abbiamo la consapevolezza – sarai accompagnato da un tuo motore, indistruttibile, che non ti lascerà mai a piedi in cielo e tra le stelle.