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Rossano: carenza idrica, i problemi sono del Fallistro. Ma le condotte sono vecchie

2 minuti di lettura
di SERAFINO CARUSO Restare per giorni e giorni senz’acqua in casa non è affatto una situazione simpatica. Eppure a Rossano, ormai da anni, soprattutto nei mesi estivi, si resta spesso a secco. Da cosa dipende questa cronica mancanza d’acqua? Dalla siccità? Anche. Perché questo territorio è tra i meno piovosi di tutta la Regione. E si sa. Per cui è normale che gli oltre dieci pozzi sparsi nel circondario vadano in crisi. Ma il vero problema non è questo. La minaccia maggiore per le famiglie rossanesi arriva dalla condotta del Fallistro. L’acqua che ci arriva tramite la Sorical, per intenderci. E che dovrebbe aiutare il centro storico a non soffrire. Soprattutto in questo periodo. Nella parte antica della città, infatti, l’acqua manca spesso e volentieri. I due pozzi di contrada Cona e l’acqua che arriva dal Fallistro non sono sufficienti. A soffrirne maggiormente è la parte alta del centro storico, il Ciglio della Torre e zona Traforo. Per sopperire a questa carenza, il Comune adotta la politica del “un colpo al cerchio e uno alla botte”. Vale a dire: un paio di volte a settimana si effettua un travaso dalle riserve delle zone S. Antonio e S. Stefano verso quelle della parte alta. Così, se alla sera non vi è acqua in queste due zone, c’è al Ciglio della Torre. E viceversa al mattino. Insomma, l’acqua la si deve dividere. Siamo a questi livelli. E nei periodi estivi non è affatto facile fare a meno neppure per poche ore al giorno del “petrolio bianco”. Il centro storico è servito, inoltre, da acque che arrivano dai pozzi presenti allo Scalo che dovrebbero essere sufficienti per la parte bassa del territorio. Ma, evidentemente, non per tutta la rete comunale, visti i disagi rilevanti creatisi qualche giorno addietro in zona Torre Pisani, Monachelle e Donnanna. Disagi che, almeno per il momento, sono stati tamponati. Erano stati causati dalla rottura di una condotta idrica in zona Ciminata Greco, subito individuata e riparata. I problemi, però, non sono finiti. Il livello di allerta resta alto. Il sindaco della città, Stefano Mascaro, ha interessato la Procura della Repubblica di Castrovillari circa questo problema. Un problema cronico. Che dovrebbe essere risolto una volta per tutte. Si sta provvedendo, frattanto, a costruire un nuovo pozzo artesiano in contrada S. Caterina. Si tratta di un pozzo realizzato da un privato nell’ambito di un vecchio piano di lottizzazione. Attraverso questo ulteriore pozzo (ne sono presenti due a Piragineti, cinque a S. Caterina, tre al Petraro, uno in zona Trionto/Foresta, altri due in montagna, di cui uno privato, due allo Scalo), si cercherà di far fronte alle periodiche e cicliche carenze. Intanto, i cittadini non possono sopportare altri disagi. L’amministrazione Mascaro si è trovata di fronte a una situazione molto complessa. Oltre che alle fonti di approvvigionamento, si dovrebbe mettere mano alle condotte idriche. Spesso e volentieri, vecchie e marce. Un intervento in tal senso avvenne nei primi anni 2000. Si riuscì a sopperire alle carenze idriche dovute a perdite che nessuno notava. O voleva notare. E poi c’è il fenomeno dei cosiddetti “apri e chiudi”. Ovverosia, coloro i quali si autoriconoscono il “potere” di recarsi nei pressi delle condotte idriche e di chiudere e aprire, senza averne alcun titolo, le chiavi d’arresto. Nessuno controlla questi punti strategici? Perché non si sigillano con grate e lucchetti? Un primo provvedimento della nuova amministrazione potrebbe essere proprio questo.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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