Chissà se ne hanno parlato, nei vagoni riservatissimi del treno dei desideri (di Matteo Renzi). Di certo ne discutono – nei capannelli e nelle riunioni ristrette – maggiorenti e militanti del Pd. Da quando i contenuti dello studio commissionato a un funzionario della Camera sono stati rivelati da Repubblica e allargati dal Fatto quotidiano, le conseguenze del Rosatellum sono sulla bocca di tutti i gerarchi dem calabresi. Che sperano di invertire le tendenze negative evidenziate nel dossier ma, intanto, vorrebbero tenersi al riparo dai rischi dell’uninominale. Andiamo per ordine. Il sistema elettorale fresco di approvazione al Senato istituisce 232 collegi uninominali alla Camera e 110 al Senato. In sostanza, 232 deputati e 110 senatori saranno eletti in una gara corpo a corpo. Questa parte maggioritaria della legge elettorale influisce su un terzo circa dei seggi. I restanti scranni (386 alla Camera e 199 al Senato) – al netto dei senatori e deputati della circoscrizione Esteri – passeranno attravero il vaglio del metodo proporzionale, con i collegi plurinominali ai quali sarà abbinato, per ciascuna lista, un gruppetto di candidati “bloccati” (tra due e quattro). Fin qui il sistema. Perché il guaio, per i dem calabresi è il dossier “riservato” finito su Repubblica. Una valutazione che boccia senza appello il Pd calabrese, sul quale aleggia – sempre secondo la simulazione – lo spettro degli “zero tituli” all’uninominale. Rischio condiviso con Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta e Sicilia. Una previsione troppo pessimistica? Può darsi.
ROSATELLUM, VISIONE OTTIMISTA ACCREDITA I DEM COME VINCITORI IN ALMENO TRE COLLEGI UNINOMINALI
Ma le malelingue la utilizzano per offrire una chiave di lettura per il (solito) assembramento di big calabresi attorno al segretario nella due giorni di incontri su rotaia. La ricerca della prima fila era per molti (ma non per tutti) funzionale all’inserimento nel listino bloccato, secondo l’equazione “più sto vicino/a a Renzi, più probabilità ho di essere catapultato in un collegio proporzionale”. Certo, resta in piedi la possibilità di comparire sia nell’uninominale che nel listino, ma la seconda ipotesi non espone a potenziali figuracce. Questa è la visione apocalittica. Ne esiste una più ottimista, che accredita i dem come possibili vincitori in almeno tre collegi uninominali. Nei quali – siamo ai rumors – potrebbero cimentarsi il segretario regionale Ernesto Magorno, il consigliere dem Carlo Guccione e il deputato uscente Bruno Censore. C’è traffico, invece, per le candidature cosentine al proporzionale, con due sgomitanti Enza Bruno Bossio e Stefania Covello. Non a caso tra le più leste a twittare in una “destinazione Italia” che pareva, nelle tappe nostrane, declinata in “obiettivo Camera”.
Fonte: Corriere della Calabria