Corigliano Rossano ha tanti cittadini che fanno la differenziata, tengono alla loro città e curano i loro viali. Ma da un po’ di tempo esiste un’altra faccia della medaglia
Non basta l’emergenza rifiuti che sta flagellando l’intera Sibaritide e, con essa, Corigliano Rossano. Ad aggravare lo status quo, in una situazione di assoluto disimpegno e di mancanza di autorevolezza nel risolvere la questione, ci si mette anche l’inciviltà che, ormai, sta galoppando sempre di più in tutte le aree della terza città della Calabria. Mai come in questi anni si assiste a tanto squallore nei luoghi del centro ausonico-bizantino. Una assenza endemica di cultura e di presenza capillare da parte delle Amministrazioni, passate e attuali. Se sulla costa rossanese, un tempo (20-25 anni fa), si aveva paura di gettare una carta per terra per il rischio di una multa, adesso le strade sono, per qualche sporcaccione, delle cloache in cui riversare maleducazione e avanzi. La verità è che – per quanto il nuovo corso si stia prodigando con comunicati e note – questa città sta diventando brutta. Brutta da vedere, da vivere e da raccontare. A farne le spese anche zone centrali come Matassa, largo Colombo e Viale dei Normanni, ma anche Schiavonea o contrada Cardame. A fianco ai cassonetti, stracolmi di buste con l’indifferenziato, inizia a fare capolino la qualunque. Da mega peluches abbandonati dal cattivo esempio dei genitori, a mobili squattrinati, a sanitari, a materassi, a bauli con indumenti sgualciti, finendo con sanitari e termosifoni. Va bene essere considerati cittadini di serie B (questa comunità se lo sente dire da anni e con troppa insistenza), ma qui si rischia la Terza categoria del campionato vandalo. di Josef Platarota [gallery ids="115427,115428,115429,115430,115431,115432,115433,115434,115435"]