«Il governo che verrà, legittimato dal consenso popolare, dovrà rimboccarsi le maniche ed affrontare, già dal giorno dopo, i mille problemi della Calabria a partire dal lavoro, dal giusto utilizzo delle risorse comunitarie, dal sostegno alle imprese e dallo stato dei servizi». Lo aveva dichiarato a “
L’Eco dello Jonio” alla vigilia delle primarie,
Mario Oliverio, quando con il 64% delle preferenze era stato scelto per rappresentare il
Partito Democratico alle elezioni regionali calabresi. Quasi un plebiscito, che di fatto ha preannunciato il suo insediamento a
Palazzo Campanella grazie al 61% di consensi dei suoi conterranei. Così il “rottamatore”, come lui stesso si è voluto definire, è pronto a «impegnarsi nella risoluzione dei problemi sin dal giorno seguente alle elezioni». Lo aveva promesso due mesi fa qualora fosse stato eletto e noi, da parte nostra, sul suo trionfo ci avevamo visto lungo. Lo dimostrano le tante pagine che abbiamo dedicato al nuovo Governatore della Calabria, pagine che abbiamo riportato nella nostra copertina, in una sorta di collage della “vittoria” su cui, e i nostri pezzi ne sono la prova, avevamo sempre creduto. Non fosse altro che per i dieci anni di buon governo alla guida della Provincia di Cosenza. Ed in effetti, di conferme e riconoscimenti, su Palazzo del Governo ne sono piovuti moltissimi a cominciare da “L’Oscar del Bilancio alla Pubblica Amministrazione” ricevuto nel 2011, conducendo il nostro ente nell’Olimpo della rendicontazione economico-finanziaria e sociale. In fondo se un simbolo perfetto, quel cerchio la cui continuità nelle nostre pagine non sarà di certo sfuggita al lettore più attento, ha potuto esprimere la nostra convinzione del netto successo del “lupo della Sila”, siamo felici di non esserci sbagliati. Un trionfo che Oliverio condivide con amici e compagni di strada, quei
Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio e Carlo Guccione che lo accompagnano da sempre. A tutti loro auguriamo di raggiungere grandi risultati politici e amministrativi, per il bene della Calabria. m. f. s. t.