di MARTINA FORCINITI C’è forte identità nei nostri centri storici, almeno a sentir parlare chi calpesta sanpietrini tutti i giorni. Qualcuno lo ha capito da secoli. Altri un po’ più di recente. E magari pensa a ricalcare le eredità con manifestazioni capaci di richiamare migliaia di visitatori. E allora è proprio vero che questi piccoli centri sono destinati a sguazzare nel declino? O, forse, li si può rivitalizzare? Magari facendo leva proprio su quel sano spirito identitario. Rinnovandone il magnetismo. Potenziando gli eventi-marcatori.
FIERA DELLA RONZA – CAMPANA (6/7 giugno). La istituisce Re Ferdinando D’Aragona nel lontano 1464. E dopo 550 anni mantiene ancora intatto il suo obiettivo: negoziare per far conoscere il territorio. Perché insieme a capi di bestiame e utensili agricoli, già allora si contrattavano prospettive. Come quella di un’economia prospera. Un patrimonio della Calabria che è anche un bell’esempio di marketing territoriale.
FUOCHI DI SAN VINCENZO – AMENDOLARA (Ultimo venerdì e sabato di aprile). Non un evento riesumato per attrarre turisti, ma parte della vita stessa della popolazione amendolarese. Da oltre mezzo millennio, con primordiali riti pagani, in paese si mette in scena un vero e proprio botta e risposta fatto di “puntilli” (barriere umane) e spuntelli alla luce di altissime pire d’ulivo. Così mentre un corteo laico fa tappa ai fuochi di ogni quartiere, c’è chi impedisce l’accesso fino a quando, a ritmo di canti e cori danzati, non si ottiene il lasciapassare. Tutto in onore del patrono S. Vincenzo.
FUOCHI DI SAN MARCO – ROSSANO (24 aprile). Altra storia, altri fuochi. È di devozione il clima che si respira nel centro storico rossanese. E il ricordo va ad un giorno di aprile, il 24 del 1836, tutt’altro che festoso. Quando dei grandi fuochi furono accesi dai sopravvissuti a un terribile terremoto, per scaldarsi e per condividere il momento. Che da allora si rivive e si commemora così, con enormi falò appiccati in quasi tutti i quartieri. E c’è chi accatasta le fascine allo stesso modo in cui fecero padri e nonni. Per commemorare. Per rivivere il fascino di una città d’arte.
SAGRA DEL CAVATIELLO E DEL VITELLO PODOLICO – MANDATORICCIO (7 agosto). Mandatoriccio e le sue sagre: da quella delle “ruselle” (castagne) a quella dei “maccarruni a farriatto”. Fino alla sagra del cavatiello e del vitello podolico. Il fil rouge è sempre lo stesso: la riscoperta delle tradizioni. E ben vengano, se è vero, come lo è, che lo sviluppo di un paese passa anche attraverso la promozione del buon cibo calabrese. A maggior ragione se alcuni dei migliori chef d’Europa sono nati qui.
FIERA DEI MORTI E FIERA DEL PRIMO MAGGIO – SCHIAVONEA (1 e 2 novembre/prima domenica di maggio). Nell’unico borgo storico marinaro della costa jonica, almeno due volte all’anno si riversa tutta la popolazione della Piana. Maggio e novembre sono i mesi delle fiere. Fra gli eventi identitari più attesi e più frequentati (almeno 10mila le presenze registrate da ogni fiera). E non si tratta solo di mercanteggio. O della degustazione dei sapori forti coriglianesi. C’è da mantenere vivo il ricordo delle antiche tradizioni. Come quella di una fiera del diciassettesimo secolo.