di SERAFINO CARUSO Per le
prossime elezioni degli organi della
Provincia di Cosenza (29 gennaio, in attesa di conferma) pare sia già tutto deciso. Inutile girarci intorno:
l'egemonia partitica cosentina e regionale ha vinto un'altra volta. Vani gli appelli di alcuni Sindaci e esponenti politici della Sibaritide. Tra questi quello del
Sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, del
coordinatore regionale e capogruppo rossanese di FdI-AN, Ernesto Rapani, del
Sindaco di Mandatoriccio, Angelo Donnici, del movimento
Patto Sociale. Giusto per citarne qualcuno. Tutto vano. Perché questi appelli all'unità e alla coesione per far quadrato attorno a un'autorevole candidatura jonica alla Presidenza sono miseramente caduti nel vuoto. Mascaro, con un comunicato, parla di ennesima
"occasione persa". Come organo di informazione avevamo lanciato una sua possibile candidatura. Lui ha detto di non credere (giustamente) nelle autocandidature. Qualcuno, quindi, avrebbe dovuto "portarlo". Presentarlo. In maniera autorevole. Decisa. Niente di tutto ciò è avvenuto. Parliamo di Mascaro in quanto Primo cittadino di una delle due città più importanti della Sibaritide:
Rossano. Storicamente città guida del territorio. Il
Sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, non può candidarsi perché mancano meno di 18 mesi alla fine del suo mandato. Quindi ecco perché Mascaro. Ma nessuno, ripetiamo, ha sostenuto questa possibilità. Allora, di cosa vogliamo parlare? Di
fusione Corigliano-Rossano? Ne siamo proprio certi?
Non abbiamo ascoltato una parola, una, di Geraci su questa eventualità. I rapporti tra i due forse non sono più idilliaci come prima? Speriamo proprio di no. Ma sta di fatto, comunque, che a Mascaro un sostegno plateale, chiaro e trasparente da parte del suo collega più vicino avrebbe fatto senz'altro bene. E gli altri Sindaci? Tranne Donnici,
mutismo generale. Tutti buoni, a parole, a parlare di autonomia, di Tribunale, di infrastrutture, di sanità. Ma
nei fatti, poi, ci si ammutolisce e per rispondere agli ordini in arrivo da Cosenza e dalle segreterie regionali dei partiti. In primis quella del partito Democratico.
Come dei buoni soldatini. Anche l'eventuale candidatura di
Gianni Papasso, Sindaco di Cassano Jonio, che fine ha fatto? Magari si presenterà pure. Oliverio permettendo. Perché il PD ha deciso che il candidato deve essere
Francesco Antonio Iacucci,
Sindaco di Aiello Calabro. Brava persona, Iacucci. Ottimo Sindaco. Nulla di personale. Il nostro è solo un rimprovero a una Sibaritide incapace di fare quadrato attorno a sé stessa. Tutti si stanno mobilitando per rispondere: presente! Capiamo lo facciano dal capoluogo e dal Tirreno. Ma non dallo Jonio e dalla Sibaritide. Non solo non lo capiamo, ma non lo accettiamo.
L'AUTOREVOLEZZA INESISTENTE DELLA SIBARITIDE E IL GIUDIZIO DELLA STORIA
Il segnale doveva essere chiaro: la
Sibaritide e soprattutto l'area urbana, nonché
futura città unica Corigliano-Rossano, a guida della Provincia di Cosenza. Per la prima volta nella storia. La realtà, invece, dice ben altro. Dice che
questo territorio continua a essere schiavo di logiche politiche clientelari. Ostaggio di stessi
personaggi politici (e non) locali che dicono, ma non fanno. Un territorio che non è pronto. Si fa trovare impreparato per l'ennesima volta. A questo punto dobbiamo guardarci, tutti, negli occhi. E dircela tutta, la verità. Senza inganni e senza sotterfugi. Facciamo la conta. Di chi c'è. E non di chi ci vorrebbe essere. Di opera, non dei servi. Ennesima occasione persa, ha ragione Mascaro. Tra il silenzio, colpevole come un macigno, dei soliti noti. E soloni di un certo modo di fare politica che sarà presto seppellito dal
giudizio di una Storia e di un Popolo che, prima o poi, traccierà il conto da pagare. [gallery ids="41703,41698,41699,41700,41701,41702,41704,41705"]