COMUNICATO STAMPA <<Basta! Il tempo della precarizzazione è Finito! Oltre 18 anni sono troppi perché uno Stato democratico continui a mantenre in una condizione di sfruttamento ai limiti del lavoro nero circa 5.000 lavoratori e lavoratrici calabresi>>. E’ stata questa la parola d’ordine conclusiva di
Benedetto Di Iacovo, Segretario regionale
Confial Funzione Pubblica, alla riunione di LSU/LPU, Amministratori e Consiglieri regionali, tenutasi a Rossano all’ex Convento San Bernardino, organizzata dalla CONFIAL regionale. Una sala gremita, a volte straboccante che non riusciva a contenerli, di lavoratori e lavoratrici ex LSU/LPU, oggi contrattualizzati sino alo 31/12/2015 a 26 ore mensili dai vari Comuni ed Enti della Calabria, alla quale ha relazionato il segretario Confial Benedetto Di Iacovo, più volte interrotto dallo scroscio di applausi di consenso alla sue proposte di emendamento da presentare in Parlamento, in sede di approvazione della legge di stabilità. L’assemblea promossa da Confial ha visto l’adesione ufficiale dell’USB, sindacato di base ed a titolo personale quella di dirigenti ed RSU delle altre sigle Confederali. Presente il Sindaco Antoniotti, quello di Castiglione Casentino, Lio, il vSindaco di Laino Castello Montesano e Assessori al personale di oltre 25 Comuni di tutta la provincia, nonché il Consigliere regionale Giuseppe Graziano. I motivi della assemblea, come detto, partecipata ed attenta, che è durata oltre 4 ore con numerosi interventi, tra i quali quelli del Sindaco Antoniotti, Lio e del Consigliere regionale Graziano, nonchè di altri amministratori, lavoratori e lavoratrici, sono stati spiegati da Di Iacovo e riguardano, soprattutto, la preoccupazione di circa 5.000 lavoratori calabresi, di cui circa 150 nel solo Comune di Rossano e che ove non si provvedesse in questa legge di stabilità ad assicurare le risorse economiche necessarie, stabilite in 50.000.000 di € da parte del Governo nazionale e circa 38.000.000 da parte della regione, andrebbe a vanificare le conquiste raggiunte con oltre 7 ore di occupazione di autosstra nello scorso mese di luglio, da parte di questi lavoratori. Di Iacovo ha fatto presente con tono pacato, ma fermo e preoccupato, che mancano pochi giorni all’approvazione della legge di stabilità del governo ed ancora non c’è traccia dei 50 milioni di € di sponda nazionale, necessari alla prosecuzione dei contrati dopo il 31/12/2015. Lo stesso, ha evidenziato inoltre che serve anche una nuova deroga per la non applicazione delle sanzioni nei confronti degli Enti locali comunali e della stessa regione, per evitare le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità, che al momento opera solo per il 2014 a valere sulle risorse impiegate nel 2015, lasciando così allo stato precedente all’art. 16 quater, le sanzioni per gli anni 2016/17/18. Di Iacovo ha evidenziato con chiarezza, che non si intende fare allarmismi e che anzi i primi ad essere felici se ci sono sia le risorse e le deroghe richiamate, saranno proprio i lavoratori e gli stessi sindacati. Però –ha sottolineato- è meglio mettere le mani avanti, far sentire la pressione dei lavoratori, anche con la lotta, predisponendo, come la CONFIAL ha fatto, una apposita bozza di emendamento, una volta accertate le coperture finanziarie, basata su tre deroghe: al superamento delle sanzioni previste per lo sforamento del patto di stabilità, al superamento degli indicatori medi dei pagamenti degli enti, un meccanismo che garantisca la continuità dei rapporti di lavoro senza soluzione di continuità, in modo da non avere la necessità di rinnovarli di anno in anno.
Proposte di emendamento per la “Legge di stabilità 2016” L’art. 16 – quater del D.L. 78/10, così come introdotto dalla Legge n. 125/2015, ha proceduto all’equiparazione, ai fini dell’applicazione delle deroghe previste nel comma 207 dell’art. 1 della L. n. 147/2013 (fermo restando il rispetto del patto di stabilità interno e dell'indicatore dei tempi medi nei pagamenti), dei finanziamenti regionali a quelli statali destinati alla copertura degli oneri derivanti dal processo di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità della Regione Calabria per l’anno 2015. Questo ha, di fatto, consentito la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2015, di tutti i rapporti contrattuali instauratosi tra i lavoratori interessati e gli enti pubblici presso cui prestano la propria attività lavorativa. La formulazione dell’art. 16-quater, inoltre, prevede, al solo scopo di consentire, a valere su finanziamenti regionali, la prosecuzione dei rapporti di lavoro a tempo determinato, la non applicazione delle sanzioni previste per l’eventuale sforamento del patto di stabilità per l’anno 2014. Dalla lettura della norma in esame, tuttavia, possono derivare taluni dubbi interpretativi connessi, in particolar modo, all’ambito di applicazione temporale delle disposizioni legislative attualmente vigenti, le quali sostanzialmente limitano l’efficacia dei propri effetti derogatori solo ai rapporti in essere fino al 31 dicembre 2015 e già costituiti prima dell’entrata in vigore dell’art. 16-quater della L. 125/2015, lasciando nel dubbio i contratti che gli enti pubblici calabresi hanno sottoscritto successivamente. Pertanto, appare opportuno intervenire sul quadro normativo in essere, attraverso un’operazione di riscrittura delle norme ovvero di definizione di nuove regole. A tal fine, si propongono due possibili soluzioni:
- In sede di “Legge di stabilità” 2016, stante la copertura di 50.000 a valere per la copertura dei contratti relativi all’anno 2016, sarebbe necessario prevedere un’apposita disposizione che, dopo aver adeguatamente rifinanziato il complessivo sistema dei rapporti a tempo determinato con i lavoratori interessati, preveda già in questa fase sia l’applicazione delle deroghe già concesse dalla L. n. 147/2013, che l’equiparazione, a questi fini, dei finanziamenti regionali a quelli statali, disponendo la non applicazione di sanzioni nei confronti della Regione Calabria in caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno (limitatamente alla fattispecie che ci occupa), anche con riferimento al 2015, 2016 e 2017.
Inoltre, potrebbe essere utile prevedere un meccanismo che garantisca la “continuità” dei rapporti a tempo determinato, in modo da garantire, anche ai fini contributivi, che i rapporti in essere siano senza soluzione di continuità. Infine, dovrebbe trovare accoglimento un inciso in cui si espliciti che il regime favorevole previsto per tali tipologie contrattuali si applica a tutti i rapporti instauratisi nel corso dell’anno 2015, quindi anche successivamente all’approvazione della L. n. 125/2015. Si tratta di un intervento legislativo “forte”, certamente complessivo, che darebbe, sin dall’approvazione della legge di stabilità, certezza in merito al trattamento giuridico ed economico dei lavoratori contrattualizzati, nonché conferirebbe l’indispensabile grado di omogeneità fra le norme che riguardano il settore.
- La “Legge di stabilità”, stante la copertura di 50.000 a valere per la copertura dei contratti relativi all’anno 2016, dovrebbe apportare una modifica all’art. 16-quater della L. n. 125/2015, estendendo al 2015, 2016 e 2017 l’effetto derogatorio nell’applicazione delle sanzioni derivanti dal mancato rispetto del patto di stabilità.
In questo caso si profilerebbe un intervento più mirato (e limitato) che, sebbene più semplice anche in termini di ricerca del consenso, in Parlamento, per la sua approvazione, consentirebbe di raggiungere l’effetto di estendere un regime favorevole anche negli anni successivi. Ciò, però, non scongiura il rischio di non omogeneità fra le varie norme che completano il quadro giuridico di riferimento. In altri termini, resta probabile che vi siano disposizioni legislative le quali, pur tendenti al conseguimento di un medesimo fine (la stabilizzazione dei lavoratori), tuttavia siano fra di loro distanti e disorganiche.