Panchina Fabiana vandalizzata, città indignata e «pronta a scendere in piazza»
La reazione del sindaco Stasi: «Ripristineremo ogni centimetro, consapevoli del fatto che la forza di questi simboli risiede nella nostra capacità di riconoscerli e rammentarne il significato». Intanto Uva propone una mobilitazione per il 25 novembre
CORIGLIANO-ROSSANO – Il vandalismo che, nelle scorse ore, ha colpito il Parco Fabiana Luzzi, luogo simbolo della memoria collettiva e del dolore di un’intera comunità, non è passato sotto silenzio. Un gesto vile che ha indignato cittadini, associazioni, mondo scolastico e istituzioni, risvegliando il senso di responsabilità civica attorno a uno spazio dedicato alla giovane vittima di uno dei più atroci femminicidi che la Calabria ricordi.
La ferma condanna è arrivata immediatamente dal Sindaco Flavio Stasi, che segue anche all’intervento della consigliera comunale Daniela Romano, che ha denunciato con decisione quello che ha definito «un affronto alla memoria, un insulto al senso civico della città».
Il commento del Primo cittadino: «Il potere dei simboli consiste in un valore che va ben oltre quello materiale ed in questo caso, la panchina rossa in ricordo di Fabiana Luzzi, simbolo e monumento contro la violenza sulle donne, diventa anche monito contro il vandalismo. Perché contro danneggiamenti, deturpazioni, piccoli furti lottiamo ogni giorno riparando, ripulendo, sostituendo, tinteggiando e denunciando. Ma i simboli come questo ci aiutano a ricordare e ricordarci che chi non rispetta il bene comune non rispetta uomini e donne, anziani e bambini, perché non è in grado di rispettare sé stesso. Non possiamo permetterlo. Faremo anche in questo caso tutte le verifiche necessarie mentre ripristineremo ogni centimetro, consapevoli del fatto che la forza di questi simboli risiede nella nostra capacità di riconoscerli e rammentarne il significato».
A queste voci si aggiunge oggi quella del consigliere comunale Antonio Uva, che oltre a ribadire la condanna del gesto rilancia una proposta concreta per trasformare l’indignazione in partecipazione attiva.
«Questi atti non vanno solo riparati – vanno compresi, prevenuti, superati educando», afferma Uva, richiamando la sua esperienza da ex responsabile del decoro urbano. «Il Parco Fabiana Luzzi non è un luogo qualsiasi: è un simbolo, un monito, un abbraccio collettivo attorno a una storia che non dovrà mai sbiadire».
Il consigliere evidenzia come la tutela dei luoghi simbolici sia parte integrante di una cultura del rispetto che si costruisce giorno dopo giorno, specialmente tra le nuove generazioni.
In vista della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Uva propone l’organizzazione di una grande manifestazione pubblica, un corteo o un raduno aperto a scuole, associazioni, famiglie e singoli cittadini.
Un momento collettivo che, nelle intenzioni del consigliere, dovrà segnare la volontà della città di schierarsi apertamente, senza ambiguità e senza silenzi, contro ogni forma di violenza di genere.
«La memoria di Fabiana – spiega – non può restare chiusa dentro un parco o una targa. Deve camminare nelle strade della città, essere pronunciata, condivisa, riconosciuta. Solo così potrà diventare cultura».
Oltre al raduno, Uva propone di collocare una scarpetta rossa all’ingresso di ogni sede municipale. Un gesto semplice ma dal forte valore simbolico, volto a ricordare ogni giorno – non solo il 25 novembre – che il femminicidio non è un’emergenza occasionale, ma una battaglia civile continua.
Le scarpe rosse, spiega, sono «vuote perché quelle donne non torneranno più; rosse come il sangue versato; presenti a ricordarci che non possiamo permetterci l’indifferenza».
Il gesto vandalico ha riaperto una ferita, ma ha anche risvegliato la coscienza collettiva. A Corigliano-Rossano, la memoria di Fabiana è ancora viva e rappresenta una responsabilità condivisa, soprattutto verso le nuove generazioni.
Il 25 novembre diventa così non solo una ricorrenza, ma un appello alla comunità intera: trasformare il dolore in educazione, il ricordo in impegno, la denuncia in partecipazione.
Perché la violenza si combatte insieme. E in una città che porta il nome di Fabiana nel cuore, nessun gesto vandalico potrà mai cancellare il significato profondo della sua memoria.