Stasi sui Referendum: «Necessari per superare precariato lavorativo ed esistenziale»
Il Sindaco di Corigliano-Rossano ha partecipato all'iniziativa della Cgil a Cosenza, organizzata della locale Camera del Lavoro, dal titolo "Uniti per i diritti, uniti per il futuro"

CORIGLIANO-ROSSANO - Oltre ai tradizionali eventi del Primo Maggio di Corigliano-Rossano, il Sindaco Stasi ha partecipato alla iniziativa della CGIL a Cosenza organizzata della locale Camera del Lavoro, dal titolo "Uniti per i diritti, uniti per il futuro", per la quale erano previsti gli interventi di sindaci, deputati, senatori, dirigenti regionali, nonché del segretario regionale Cgil, Gianfranco Trotta, e del segretario nazionale Fillea Cgil, Antonio Di Franco.
Il Sindaco Stasi ha sottolineato l'importanza di partecipare alla campagna referendaria, ringraziando la Cgil per aver ridato centralità ai temi del lavoro e del precariato, partendo dalla necessità di riformare gli istituti contrattuali e riordinare il regime dei sub-appalti.
«Il precariato è stato raccontato come uno strumento per aumentare l'occupazione – dichiara Stasi – ma dopo anni di sperimentazione non si registra alcuna rivoluzione, se non la perdita di certezze per migliaia di lavoratori orfani di qualsiasi stabilità. Era sbagliata l'idea iniziale: è necessario investire sui veri moltiplicatori dell'economia, come le infrastrutture, che aumentano la competitività dei territori, delle imprese e dei mercati. Un esempio lampante di miopia è l'Alta Velocità, che non è una concessione ma uno strumento per la crescita del Paese».
«Anche quello della cittadinanza è un precariato, profondo ed esistenziale al pari di quello lavorativo – ha continuato il Primo Cittadino – e non fa altro che favorire il disagio e l'insicurezza sociale. Per questo è importante anche il quinto quesito referendario proposto da Cgil».
Infine il sindaco di Corigliano-Rossano ha ribadito la propria posizione rispetto al percorso dei Tirocini di Inclusione Sociale.
«Sui TIS la Regione sta usando il solito metodo: stabilizza tutti, ma facendo pagare agli altri – ha concluso Stasi - Il percorso avviato è l'ormai classico percorso dello scarica barile a cui ci ha abituato questa giunta regionale in tutti i campi. Immaginare di caricare decine di lavoratori, che da anni non percepiscono nemmeno i contributi, sui bilanci dei comuni con una mancia di 25 mila euro, può significare due cose: non avere la più pallida idea di come funzionino e di quale sia lo stato dei bilanci comunali, oppure non avere la minima intenzione di stabilizzare questi lavoratori provando ad incolpare altri. Non so quale sarebbe l'ipotesi peggiore. Nel concreto, invito tutte le forze sindacali a stracciare questo percorso ignobile e funzionale solo ad innescare una guerra tra poveri - non solo all'interno del bacino dei TIS ma anche tra precari e disoccupati. Serve, invece, coesione: individuare risorse storicizzate come fatto per gli LSU-LPU. In caso contrario questa giunta regionale ammetta, semplicemente, di non essere in grado di risolvere i problemi, come del resto dimostra quotidianamente».