Stabilizzazione tirocinanti, l'appello di Borrelli (IdM): «La Calabria non può più voltarsi dall'altra parte»
«Nel mio ruolo di Coordinatore di zona di Italia del Meridione, ma anche come consigliere comunale di Altomonte, ho presentato una richiesta formale per verificare le capacità assunzionali dell'ente»

ALTOMONTE - Il futuro incerto dei tirocinanti calabresi torna ad animare anche il dibattito politico. Un problema ricorrente è che non vi sono garanzie che i tirocini possano essere trasformati in contratti di lavoro stabili. Da questo presupposto parte l'appello di Vincenzo Borrelli, Coordinatore di zona Italia del Meridione che chiede: «La Calabria non può più voltarsi dall'altra parte. Subito la stabilizzazione dei tirocinanti».
«A tutto c'è un limite. Non si può continuare a fare finta di niente davanti a una vergogna che riguarda decine e decine di Comuni calabresi: centinaia di tirocinanti, utilizzati per anni negli uffici pubblici, vivono ancora oggi nell'ombra della precarietà. Sono lavoratori veri, impiegati ogni giorno in attività fondamentali, ma senza contratto, senza tutele, senza un futuro. È una ferita aperta nel cuore della Calabria. Una ferita che non possiamo più ignorare».
«Nel mio ruolo di Coordinatore di zona di Italia del Meridione, ma anche come consigliere comunale di Altomonte, ho presentato una richiesta formale per verificare le capacità assunzionali dell'ente, primo passo concreto per dare dignità e stabilità a queste persone. Ma il punto non è solo Altomonte. Il punto è che in tutta la regione esiste un esercito silenzioso di tirocinanti che aspetta una risposta. Una risposta che tarda ad arrivare. E qui entra in gioco la Regione Calabria, che non può più limitarsi a dichiarazioni di principio. Da anni si parla di "storicizzazione", di riconoscimento formale, di percorsi di stabilizzazione, ma la realtà è che nulla di strutturale è stato fatto».
«La burocrazia continua a calpestare la vita di chi da anni garantisce servizi essenziali. È inaccettabile. Eppure, la normativa lo consente. I Comuni possono attivarsi. Alcuni lo stanno facendo. Molti altri, purtroppo, restano fermi, ostaggio di inerzie politiche e tecnicismi».
«È tempo di cambiare rotta. Italia del Meridione non resterà in silenzio. Continueremo a batterci in ogni sede: nei consigli comunali, nelle piazze, nelle istituzioni regionali. Al fianco dei tirocinanti, perché il loro tempo è scaduto. Hanno già dato. Ora devono ricevere. Il tempo delle attese è finito. È il tempo delle scelte. Scelte che parlano di dignità, di lavoro, di futuro. La Calabria non può più voltarsi dall'altra parte» conclude.