Anche i rumeni di Corigliano-Rossano scelgono l'ultradestra sovranista e conservatrice
Maggioranza straripante per il candidato presidente George Simion che nella sezione di Palazzo dell'Orologio miete quasi il 90% dei consensi: la reazione decisa degli expat romeni contro l'establishment che li ha "costretti" all'esodo

CORIGLIANO-ROSSANO - Verrebbe da dire "Maggioranza Bulgara" ma di questi tempi è meglio non scomodare gli equilibri d'oltre confine. Fatto sta che anche nella sezione elettorale speciale allestita a Corigliano-Rossano gli expat rumeni della Sibaritide-Pollino hanno dato un segnale importante e votato a valanga per il candidato presidente conservatore, nazionalista, sovranista George Simion.
Se a livello nazionale il leader di AUR ha ottenuto un risultato significativo, qui a Corigliano-Rossano si è assistito a un vero e proprio plebiscito. Basta immaginare che su 425 voti validi espressi nel seggio allestito al Palazzo dell'Oroglio, ben 378 sono andati a Simion. Un'enormità, quasi il 90%! Un distacco impressionante se lo paragoniamo al quadro generale in Romania.
Ma cosa significa questo voto massiccio espresso dai membri della comunità rumena locale? Probabilmente, per molti di loro, Simion rappresenta una rottura netta con quella politica che probabilmente li ha delusi, spingendoli un tempo a cercare fortuna altrove. Ed è quindi il forte desiderio di riscatto, sul quale il leader di AUR ha fatto leva durante la campagna elettorale, ad averli spinti verso questa scelta.
Non è difficile immaginare che, vivendo in un contesto straniero, il richiamo alle radici, all'identità rumena, si faccia sentire in modo più intenso. Simion, con la sua visione sovranista, potrebbe aver offerto a questi cittadini rumeni che vivono qui, un'immagine di Romania più forte, più indipendente, in cui credere. Forse, in questo voto così compatto, c'è anche una forma di protesta, un modo per dire "basta" a una classe politica che anche in Romani viene percepita distante dai veri problemi della gente. Insomma, tutto il mondo è Paese. E i sentimenti di rivalsa, di ritorno all'orgoglio identitario prevalgono un po' ovunque.
Ma al netto dell'esito delle urne, l'elemento di rilievo è che questa tornata elettorale ha segnato un evento storico per la comunità rumena di Corigliano-Rossano. Per la prima volta, infatti, i 4.600 residenti rumeni, la comunità più grande dell'intera Calabria, hanno avuto la possibilità di recarsi a un seggio elettorale allestito proprio in città. Certo, un'opportunità di cui ha goduto, in realtà, solo il dieci percento di loro considerato che tutti gli altri hanno dimostrato totale disinteresse. Però la celebrazione della democrazia è un evento importante ed è il risultato frutto dell'impegno delle associazioni degli expat, in particolare della mediatrice culturale Carmen Florea, e della proficua collaborazione attivata con l'Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano. Con quest'ultima ha messo a disposizione i locali e pianificato l'organizzazione in sinergia con il consolato rumeno di Bari.
Ora, tutte le attenzioni sono concentrate al turno di ballottaggio in programma i prossimi 16, 17 e 18 maggio. Sarà interessante capire fino a che punto si spingerà l'ondata nazionalista. Di certo, il duello tra Simion e Dan (l'altro competitor arrivato secondo al primo turno) ci racconterà molto di più sulla direzione che il paese vuole intraprendere anche se in città, nel glocal di Corigliano-Rossano e della Sibaritide-Pollino, la comunità expat rumena ha già deciso da che parte stare.