Paludi approva il rendiconto di gestione con una settimana d'anticipo: insorge l'opposizione
Il consigliere Cortese: «Non una svista ma un vero e proprio vizio sostanziale della procedura di approvazione tale da compromettere la legittimità della deliberazione consiliare»

PALUDI - Nella seduta del 23 aprile 2025 il Consiglio comunale di Paludi ha approvato il rendiconto di gestione 2024 con una settimana di anticipo rispetto ai termini di legge previsti dall'art.227 del testo unico degli enti locali.
«Un dato - si legge nella nota a firma del Consigliere comunale Giuseppe Cortese - che meriterebbe una medaglia d'oro all'esecutivo Baldino ed agli uffici comunali se tale puntualità fosse stata rispettosa dei diritti dei Consiglieri comunali in materia di approvazione dei bilanci».
«Come previsto al comma 2 del suddetto articolo - spiega - la segreteria comunale era tenuta a comunicarmi il deposito degli atti per l'approvazione del rendiconto di gestione, comunicazione mai avvenuta. Una circostanza che ha leso direttamente la mia sfera giuridica in quanto non ho potuto esercitare il mio mandato elettorale, il cosiddetto ius ad officium, perchè volutamente non sono stato messo nelle condizioni di esprimere con consapevolezza il mio parere sugli allegati in discussione».
«Non si è trattata - aggiunge - di una semplice svista o di un errore formale ma di un vero e proprio vizio sostanziale della procedura di approvazione tale da compromettere la legittimità della deliberazione consiliare. Durante la discussione in Consiglio comunale, è bastata questa mia precisazione per trasformare la seduta consiliare in una tragicomica scena teatrale. La migliore “battuta” è stata quella secondo la quale l'accesso agli uffici comunali, d'ora in poi, mi sarà consentito solo su specifica prenotazione, alla faccia del potere ispettivo e di controllo riservato ai Consiglieri di opposizione».
«È la seconda volta che mi capita di assistere, a poco meno di un mese dalla mia nomina a Consigliere comunale, ad un simile spettacolo. È evidente, a questo punto, che sono saltate le regole democratiche. Il regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale e quindi il Testo unico sugli enti locali, a Paludi, sono carta straccia. Proprio per questo motivo, io ed il mio gruppo stiamo valutando di portare la questione innanzi agli organi competenti in materia. Dopo dieci mesi di legislatura Baldino non è più accettabile che il Comune di Paludi continui ad essere gestito come una pertinenza di una proprietà privata».
«Per non parlare degli uffici comunali che per loro tornaconto personale hanno dettato e dettano l'agenda politica e amministrativa del Sindaco Baldino e della sua maggioranza, ivi compresa l'approvazione, ad ogni costo, del rendiconto di gestione 2024. Basta infatti sfogliare il Decreto Legge n. 13 del 24 febbraio 2023 per rendersi conto come le dirette ricadute economiche nelle tasche dei dipendenti comunali, anche a livello dirigenziale, siano legate all'approvazione nei termini di legge del rendiconto di gestione. Mi riferisco, ad esempio, all'incremento dei fondi per la contrattazione integrativa o al maggior gettito Imu e Tari, accertato e riscosso, spendibile anche per il trattamento accessorio dei dipendenti comunali, operazioni altrimenti precluse al Comune non in regola con le approvazioni dei rendiconti 2023-2026 nei termini di legge».
«È difficile - conclude - trovare in Italia un Comune dove la maggioranza invece di pensare a risolvere i problemi dei cittadini, a fornire servizi ed a tutelare i beni ed il benessere della comunità. si prodiga, a malomodo, a fare da opposizione all'opposizione. Di questo passo, non credo che i paludesi potranno sentirsi orgogliosi della loro appartenenza alla comunità di Paludi».