«Presidenza del Consiglio: uno scempio istituzionale»
Il gruppo consiliare di opposizione del Comune di Longobucco torna a denunciare l'operato dell'amministrazione

LONGOBUCCO - Illegittimità nell'elezione del presidente del Consiglio Comunale. È questa la denuncia del gruppo consiliare di opposizione "Per la Rinascita di Longobucco" che parla di vero e proprio «scempio istituzionale».
«Nel Consiglio comunale del 28 Febbraio scorso - dichiarano -. a proposito dell'ordine del giorno relativo alla illegittima elezione del Presidente del Consiglio comunale Mario Parrilla, sempre su proposta della minoranza, Sindaco, Segretaria e collaterali si sono appellati al parere del parere sul parere, disconoscendo i quesiti già in essere del Ministero Interno e regolarmente illustrati dai Consiglieri d’opposizione durante l'adunanza consiliare. Pareri chiari, per chi sapesse leggere e scrivere. Il Presidente del Consiglio va eletto nella “prima seduta” utile e successiva alla modifica dello Statuto e la “prima seduta” del Consiglio Comunale è inequivocabilmente definita dall’art. 40 del TUEL; non ci sono in una consiliatura altre “prime sedute”».
«Non si cambiano le regole in corso d'opera! Non vi possono essere nella medesima legislatura sedute presiedute dal Sindaco-Presidente e altre da un Presidente diverso: questo è un principio di coerenza giuridica ed in quanto tale fondamento di un ordinamento democratico. Ma la maggioranza che governa attualmente il Comune di Longobucco ha preferito la solita tattica dilatoria. Un mese di qua e un mese di là, un parere per l’amico e un quesito per gli amici del solito amico».
«Articoli e commi vengono quotidianamente violentati e piegati ad interessi di parte e personali, asserviti a compromessi extra istituzionali poco nobili e poco onesti. In verità, qualcosa Pirillo ha detto alla fine. Ha invitato il Presidente Parrilla a limitare la partecipazione del pubblico alle sedute consiliari, anticipando ancor di più l'orario delle sedute, convocando riunioni a porte chiuse e addirittura richiedendo l'intervento delle forze dell'ordine. Alla faccia della democrazia e della partecipazione!».