Generazioni future, Madeo: «Giovani e politica torni ad essere un binomio possibile»
Presidente del Consiglio di Corigliano-Rossano: «Le Istituzioni devono lavorare per ricambiare la fiducia di ragazze e ragazzi»

CORIGLIANO-ROSSANO - È bastato tendere la mano e la generazione Z ha risposto. Chi taccia i giovani di oggi di apatia e rassegnazione si sbaglia di grosso. Non è vero che non sono interessati alla Politica o che non vogliono partecipare alla vita di comunità: semplicemente hanno bisogno di essere coinvolti e di essere messi al centro del dibattito.
La mostra "Libere per Costituzione" - tratta dall'omonimo libro edito da Salani e scritto da Valeria De Cubbellis, Margherita Madeo e Serena Riglietti, allestita nella Sala Consiliare del Comune di Corigliano Rossano - ha fatto registrare un dato che non possiamo ignorare: la presenza di oltre 750 ragazzi in poco più di due settimane, grazie agli scuolabus messi a disposizione dall'Amministrazione, e soprattutto tanta curiosità, attenzione e dialogo sugli spalti.
Mostrare le 21 madri costituenti, prime donne in tante cose, non solo ci ha offerto la possibilità di discutere di uguaglianza di genere ma ha anche avvicinato i nostri ragazzi alle istituzioni.
«Il tema allora è un altro: la Politica è capace di intercettare le esigenze dei giovani, di arrivare alla generazione Z e di saper ripagare la sua fiducia? Perché di questo si tratta. D'altronde, come emerso da un'indagine condotta dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, 3 ragazzi su 4 credono che sia importante impegnarsi di persona per contribuire al bene del Paese. E i numeri salgono se andiamo a considerare la percentuale dei giovani che sarebbero disposti a impegnarsi concretamente se la politica offrisse vero spazio di partecipazione».
«E allora- sottolinea Rosellina Madeo - occorre una capacità di lettura che vada oltre i luoghi comuni e le posizioni comode per intraprendere invece una revisione delle modalità con cui ci si rapporta alla collettività. Bisogna tornare a far capire che le Istituzioni sono la Casa comune, non una torre d'avorio avulsa dal suo contesto ma un luogo in cui tutti possono apportare il loro contributo. Andiamoci a riprendere questi giovani, che in fondo con i loro modi e con le loro esternazioni ci stanno solo chiedendo di essere coinvolti. La fiducia, che supera il 50% quando si parla del Presidente della Repubblica ma che si appiattisce al 31% quando si chiamano in causa i partiti, è il termometro di una generazione futura che non riconosce più nei partiti gli strumenti indispensabili per eleggere i rappresentanti di Governo. Ecco perché anche i nostri giovani calabresi, con la sensazione di trovarsi fuori posto e spettatori di una narrazione che non sentono propria, lasciano il territorio alle volte persino per qualsiasi luogo purché sia altrove. Solo coinvolgendoli nelle scelte e dando loro la possibilità di cambiare le cose, nei luoghi deputati, possiamo invertire la rotta evitando spopolamento ed emarginazione».