Nuova Sibari-Co-Ro, Stasi media: «Non esiste una strada ad impatto zero»
Il primo cittadino è tornato sulla questione, anche alla luce delle notizie sui ricorsi degli espropriati e tranquillizza: «Molte legittime obiezioni sollevate da chi oggi ha fatto ricorso sono state già sollevate in Conferenza dei Servizi»
CORIGLIANO-ROSSANO – La notizia del ricorso presentato dai 37 soggetti interessati all’esproprio dei terreni ricadenti lungo il percorso della nuova statale 106, ha riacceso il dibattito su una delle opere strategiche per Corigliano-Rossano. Il ricorso giunto sul tavolo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rischia di far saltare il cronoprogramma e, di conseguenza, di far revocare il finanziamento per la realizzazione della nuova strada a quattro corsie.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco, Flavio Stasi, in occasione di un’intervista rilasciata ad una testata regionale. Al riferimento del giornalista sulle polemiche sorte in questi anni Stasi ha così risposto: «Se non ci fossero polemiche su un’opera come la 106 sarebbe preoccupante. Da questo punto di vista vengo rimproverato sia dai turbo-liberisti, perché ho fatto perdere un anno, sia da chi non la vuole, perché ho consentito che si facesse. Dato che sono tutti scontenti vuol dire che ho fatto bene il mio lavoro».
A pesare sulla messa a terra dell’opera, le lunghe interlocuzioni di revisione del tracciato per garantire alla città un percorso migliore: «Il primo percorso proposto – ha ricordato Stasi - era davvero inaccettabile perché prevedeva degli attraversamenti urbani in rilevato, senza nessuna opera compensativa per la città. C’è stato poi un lungo lavoro insieme ad Anas, durato un anno, fatto di interlocuzioni sul piano tecnico, politico e di integrazione della città che è stato condensato in un verbale che riporta una serie di miglioramenti: 1km e mezzo in meno, la sostituzione degli attraversamenti in rilevato con un viadotto ed una galleria e una serie di opere complementari che consentono lo sviluppo della viabilità sul litorale (ponte del Cino, del Nubrica, l’attraversamento di Gammicella, le rotonde sull’attuale 106), con l’idea di fondo che la costruzione della città possa anche garantire una migliore messa in rete del tessuto urbano. È chiaro che se avessimo potuto scegliere avremmo propeso per il vecchio ottavo Megalotto, ma è anche vero che una grande strada ad impatto zero non esiste».
Poi un passaggio sulle recenti proteste dei proprietari espropriati che hanno deciso di presentare ricorso: «Noi abbiamo anche aperto delle altre interlocuzioni perché alcune tematiche sollevate oggi dai proprietari terrieri, che legittimamente hanno deciso di fare ricorso, le abbiamo sottolineante in valutazione di impatto ambientale in conferenza dei servizi. Da questo punto di vista, anche per evitare ripercussioni di carattere giudiziario e amministrativo, una maggiore interlocuzione con l’amministrazione e una maggiore considerazione dell’osservazione che abbiamo fatto forse avrebbe migliorato ulteriormente questo tracciato. A partire dalla questione del viadotto».