La maggioranza interviene sulla vicenda BH: «L'Autorità Portuale faccia gli atti, non i video»
«Ci auguriamo che tale decisione possa essere rivista e che si riapra col territorio un confronto su come rendere l'investimento possibile, concreto e veloce in aderenza alle prospettive di sviluppo e compatibile agli altri settori produttivi»
CORIGLIANO-ROSSANO - «La recente decisione di Baker Hughes di ritirare il proprio investimento nel Porto di Corigliano solleva interrogativi urgenti e gravi sulle modalità di gestione delle infrastrutture portuali e sulle responsabilità di chi dovrebbe tutelare lo sviluppo sostenibile di questo territorio. Come ha più volte ribadito il Sindaco, l’amministrazione comunale ha sempre mostrato apertura e sostegno verso nuovi investimenti, compreso quello della multinazionale Baker Hughes, ma ovviamente nel rispetto delle procedure e salvaguardando futuro economico e sociale di Corigliano-Rossano e del Porto». Lo dichiarano in una nota i membri del gruppo di maggioranza in Consiglio Comunale.
«Per questa ragione ormai da mesi, compresa nella riunione di Capigruppo di alcune settimane fa, - vanno avanti - è stato sottolineato come fosse scandaloso, da parte dell'ente di gestione portuale, proporre l'occupazione di un terzo del porto senza nemmeno abbozzare un Piano Regolatore del Porto che garantisse al territorio che il nostro non diventasse interamente un porto industriale: una pianificazione che l'Autorità Portuale ha avuto trent'anni per fare di cui nove con l'attuale presidente e commissario. Ancor più imbarazzante è quanto ha più volte sottolineato il sindaco in queste settimane, cioè l'assenza di una conferenza dei servizi per l'Autorizzazione Unica data a Baker Hughes, per la quale sarebbero bastati 45 giorni ed invece ne sono passati invano 360».
«Ecco perchè - dicono - l'attuale governance della Autorità Portuale, piuttosto di occuparsi di video che non si possono non definire istituzionalmente squallidi, avrebbe dovuto pensare a produrre gli atti necessari affinché gli investimenti giungessero nel nostro Porto nella piena regolarità amministrativa e nell'ambito di un percorso condiviso con il territorio. Del resto è lo stesso Agostinelli che da tempo certifica il proprio fallimento, quando dice che il Porto è deserto: è lui che lo ha amministrato negli ultimi nove anni e non sono non ha prodotto alcun investimento, ma non è stato nemmeno capace di recepire una proposta di pianificazione da parte del Comune che, lasciando aperta l'ipotesi di Baker Hughes, vincolasse le altre banchine. Un disastro epocale che l'Ammiraglio senza flotta prova a scaricare sull'unica istituzione che in questi anni gli ha chiesto di attenersi al proprio dovere, cioè il sindaco di Corigliano-Rossano».
«In questo contesto, quelle venute dal territorio ed emerse anche nella riunione dei capigruppo nei confronti dell'azienda BH, sono richieste finalizzate a rendere l'investimento non soltanto aderente allo sviluppo strategico del territorio, ma anche finalizzate a superare le palesi lacune amministrative dell'Autorità Portuale. Delocalizzando anche parzialmente l'investimento, infatti, nella vicinissima zona industriale (parliamo di poche decine di metri) si sarebbe potuto realizzare comunque un accesso esclusivo alla banchina e si sarebbe potuta avviare una procedura autorizzativa corretta. Il fatto che l'azienda non abbia nemmeno quantificato formalmente cosa e quanto potesse spostare prima di formalizzare la rinuncia all'investimento ci ha sorpreso e ci auguriamo non sia frutto di una logica, quella del “o come diciamo noi, o niente”, che non si addice ad un azienda seria – quale riteniamo sia Baker Hughes - e soprattutto che non aderisce alla nostra visione di territorio e di governo. Per questo ci auguriamo che tale decisione possa essere rivista e che si riapra col territorio un confronto su come rendere l'investimento possibile, concreto e veloce in aderenza alle prospettive di sviluppo generale e compatibile agli altri settori produttivi».
«In tutto questo è evidente che esiste un convitato di pietra, cioè la giunta regionale, che in questi mesi si è sistematicamente rifiutata di svolgere il proprio ruolo probabilmente ancora tramortita dalla batosta elettorale. È grave, tuttavia, che la Regione non abbia minimamente offerto garanzie all'azienda per esempio per un collegamento tra la vicinissima zona Corap (di competenza regionale) ed il Porto: un altro dei grandi fallimenti di queste governance che oltre non riuscire a produrre un iter amministrativo corretto, oltre a non avere nessuna pianificazione delle zone portuali e retroportuali, non hanno mai realizzato un collegamento basilare tra le zone industriali ed il Porto e non si sono resi disponibili nemmeno in questo caso. Non solo: nel corso di un incontro proprio sul tema Baker Hughes il Governatore aveva preso l'impegno di convocare un tavolo apposito per il finanziamento della banchina crocieristica: ancora stiamo aspettando. Il Porto di Corigliano è una risorsa strategica e preziosa che merita di essere rispettata in primis con una pianificazione che, per esempio, non preveda il degrado inaccettabile di ferraglia e residui alla rinfusa e renda compatibile investimenti sostenibili con la marineria, con le prospettive di sviluppo crocieristico e con lo sviluppo agricolo. Se tutto questo oggi, evidentemente chi lo ha gestito non è stato in grado di realizzarlo e sarebbe il momento che si faccia da parte almeno dopo aver provveduto ad un intervento immediato di bonifica e di ripristino delle condizioni operative minime».
Poi conlcudono: «Ribadiamo che la città e l'Amministrazione sono favorevoli ed anzi a supporto di qualsiasi investimento che venga inquadrato nell'ottica di sviluppo complessivo del territorio ed in una pianificazione generale. Per queste ragioni continuiamo ad essere disponibili ad un dialogo anche con Baker Hughes affinchè riveda la propria posizione tenendo aperto un confronto con l'Amministrazione finalizzato alla individuazioni di soluzioni concrete e condivise».