Sibaritide-Pollino, c'è un risveglio di consapevolezza e autodeterminazione
I sindaci di Corigliano-Rossano e Castrovillari tornano ad incontrarsi per rivendicare diritti e servizi essenziali, gettando le basi per un futuro votato alla difesa strenua della Calabria del nord-est. Una class action forte senza precedenti
CORIGLIANO-ROSSANO – Prove tecniche di un dialogo che, se messo a frutto, potrebbe generare un grandissimo risveglio di coscienza e consapevolezza nella Calabria del nord-est. Ieri, infatti, i sindaci di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, e Castrovillari, Domenico Lo Polito, le due più importanti realtà nell’ambito della Sibaritide-Pollino, sono ritornati a confrontarsi e a farlo per gettare le basi di una rivendicazione territoriale e corale di diritti e servizi. E questa non può che essere una buona, anzi un’ ottima notizia nelle dinamiche di un’area che ha bisogno di riappropriarsi, sicuramente con prerogative e priorità diverse, di numerosi servizi che gli sono stati scippati; spesso a discapito dell’uno o dell’altro comune che gravita all’interno del grande triangolo che dalla Serra Dolcedorme passa per il Metapontino e scende dritto verso il crotonese, passando per la grande Piana di Sibari. È l’idea primordiale di class action istituzionale che avevamo auspicato non più tardi di una settimana fa dalle pagine del nostro giornale (leggi qui).
All'incontro, per quanto riporta il comunicato stampa del Comune di Corigliano-Rossano, è emersa la volontà di affrontare in modo coordinato le principali criticità del territorio. «Ormai da tempo le due città, grazie alla sinergia tra le Amministrazioni Comunali – si legge - ragionano in sinergia capovolgendo le logiche divisive e campaniliste del passato che non hanno fatto altro che penalizzare le comunità di questa importante e grande area del mezzogiorno». Questo approccio è esattamente ciò che invocavamo dall’Eco dello Jonio, quando sottolineavamo l'importanza di un fronte unito per ottenere i diritti e i servizi essenziali.
La questione della sanità è stata al centro delle discussioni. I due sindaci, infatti, hanno rilevato come gli ospedali siano oggetto di sistematiche spoliazioni, con conseguenze gravi per la cittadinanza. «È necessario certamente rivedere l'organizzazione dei servizi sanitari – è scritto nella nota - ma è stata condivisa anche la necessità di un riordino dell'organizzazione sanitaria dopo il fallimento ormai conclamato dell'accorpamento delle ASL in una pachidermica ed ingestibile ASP». L'idea di un'Azienda Sanitaria dedicata alla Sibaritide-Pollino cerca di rispondere a un’esigenza più volte rilanciata nelle ultime settimane: la lotta contro l'attuale deficit di posti letto e servizi.
Un altro tema prioritario è quello delle infrastrutture e dell'Alta Velocità. Il comunicato prosegue: «La Calabria tutta, a partire dalla Giunta Regionale, deve al più presto aprire una interlocuzione col Governo e con RFI al fine, oltre di reperire le risorse necessarie per collegare la Calabria, di individuare le soluzioni progettuali che consentano di realizzare il nodo di Tarsia...».
Infine, i sindaci propongono un ripensamento del ruolo delle province, nominando un ente intermedio della Sibaritide-Pollino per rappresentare adeguatamente il territorio. «È opportuno che si apra una discussione sulla istituzione di un ente intermedio della Sibaritide-Pollino che rappresenti il tessuto sociale, politico e geografico di quest'area...». Questo progetto potrebbe risolvere la carenza di potere contrattuale sottolineata nel nostro editoriale, creando una coalizione territoriale robusta capace di affrontare le sfide comuni.
Certo, ad oggi sembrerebbe una sfida improba e forse anche fantasiosa, dal momento che per la costituzione di una nuova provincia, stando ai parametri dettati dalla Riforma Delrio, servirebbe una popolazione di almeno 350mila abitati (i 52 comuni della Sibaritide-Pollino ne conta appena 230 mila). Però – come si dice – se la politica vuole, tutto è possibile. Del resto, nel recente passato, vennero costituite province che contavano un numero di abitanti inferiore a quello che oggi conta la sola città di Corigliano-Rossano solo perché ci fu una chiara direttiva e volontà della politica territoriale. Ma al netto della provincia – continuiamo a ribadire – c’è necessità di creare un fronte comune di questo territorio, una cortina difensiva che non solo blocchi la spoliazione costante di diritti e servizi ma che, anzi, lavori nelle retrofile affinché si riconquistino pezzi di democrazia malamente stralciati.
In sintesi, le iniziative discusse rappresentano un passo positivo nella direzione di dimostrare unità territoriale e determinazione per garantire diritti e servizi, come propugnato nel nostro editoriale di una settimana fa. Del resto l'unione e il dialogo tra comuni della Calabria del nord-est altro non fa che mettere in campo la regola aurea dei popoli che è quella della loro autodeterminazione e la Sibaritide-Pollino potrebbe finalmente trasformarsi in un’azione corale concreta per affrontare i problemi strutturali di questo vasto e ricco territorio.