Nuova Provincia, irrompe Dima: «Il centro destra non può lasciare il pallino in mano a Stasi»
Tra autocritica e proposte, l'ex parlamentare analizza le debolezze organizzative del centro-destra a Corigliano-Rossano e discute le possibilità di una nuova realtà provinciale in Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO – Dall’analisi delle ultime elezioni europee e amministrative per finire alla incalzante querelle della nuova Provincia della Sibaritide, è un Giovanni Dima a tutto tondo ma soprattutto senza remore che incalza e prova a dispensare suggerimenti, soprattutto ad un’area politica, quella del centro destra, che dopo l’esito elettorale sembra aver subito un po’ il colpo. In questo ponte ferragostano l’ex parlamentare e già assessore regionale offre dal suo osservatorio una prospettiva sulle sfide post-elezione che il centro-destra di Corigliano-Rossano si troverà ad affrontare. Con toni critici e schietti, Dima ha messo in luce le difficoltà organizzative e strategiche che hanno segnato l'esito delle elezioni comunali, riflettendo su come il centro-destra possa ricostruire la propria forza politica in un contesto locale e regionale che sembrerebbe in continua evoluzione.
Fratelli d'Italia ha ottenuto buoni risultati alle europee, ma meno alle comunali. Qual è la sua opinione? Il voto europeo riflette principalmente questioni politiche, senza influenze locali, ed è stato simile per altri partiti come il Movimento 5 Stelle. Non mi preoccuperei troppo dei voti mancati; invece, dovremmo analizzare la preparazione del centro-destra e la scelta tardiva del candidato sindaco. Sebbene si dica che Stasi avrebbe vinto comunque, la coalizione doveva provarci.
Fratelli d'Italia ha partecipato alle comunali con due liste separate. Sarebbe stato meglio unirle? Unendo le liste si sarebbe potuta ottenere una rappresentanza più coesa. Il problema è stato la mancanza di organizzazione e la tarda selezione dei candidati.
Negli ultimi 30 anni, il centro-destra ha dominato a Corigliano-Rossano. Ora sembra in declino, anche per via di discordie interne venute fuori addirittura con profili social falsi. Qual è la sua valutazione? I social media amplificano divisioni e rivalità, e alcuni scelgono di usare profili falsi. Questo mostra una debolezza sia politica sia personale. È importante affrontare le questioni apertamente. E se un consigliere comunale usasse un profilo falso per diffamare, come reagirebbe il partito? Non giudico questioni personali, ma tali comportamenti riflettono una miseria umana imbarazzante. Del resto è una questione che dovrebbe innanzitutto riguardare la morale e l’etica di quanti si rendono responsabili di queste situazioni.
Andiamo, invece, a quella che è la strategia politica del centro destra oggi a Corigliano-Rossano. Come valuta l'azione dell'opposizione nei primi mesi della consigliatura? L'opposizione deve essere ben organizzata e propositiva. Il centro-destra deve fornire alternative politiche valide e prepararsi al dopo Stasi. Perché questo, per il sindaco, è il secondo mandato e non potrà più ricandidarsi e questo il centro destra deve valutarlo bene. Cosa farà Stasi? Ci sono due appuntamenti importanti prima delle amministrative del 2029. Ci sono le Regionali nel 2026 forse inizio 2027 e le Politiche nel 2028. Io credo che lo sguardo di Stasi sia rivolto proprio alle elezioni per il Parlamento. Nel frattempo nel centro destra che si fa? Si continua a parlare di piccole questioni interne?
Nel frattempo, però, ci sono problemi irrisolti in città e l'opposizione accusa Stasi di negligenza. Si rischia di giocare il suo gioco? La proposta politica non può mai venire meno rispetto alla denuncia, la denuncia sui fatti, sulle inattendenze, sui ritardi, se volete sul malcostume o su tutto quello che può anche accadere è una cosa, però nello stesso tempo non può venire meno l'alternativa politica Stasi punta a future opportunità elettorali e l'opposizione – lo ribadisco - deve portarlo a confronto su questioni più ampie, non solo locali. Ad esempio, la nuova provincia della Sibaritide. Secondo lei è ancora un’idea fattibile? Valutare la creazione di una nuova provincia è legittimo, visto che Corigliano-Rossano è ora la terza città della Calabria. È importante considerare la questione seriamente. Parlare oggi di nuova provincia è una cosa legittima, però bisogna capire quanto è concreta, quanto è reale. Non si può liquidare a cuor leggero questo argomento per una serie di ragioni: una è quella storica, la seconda riguarda la nascita della terza città della Calabria e questa città nasce anche in funzione di un'ipotesi di autonomia provinciale. Terza cosa, il centro-destra in questo territorio ha dato molto, comunque è una parte consistente dell'opinione pubblica e non si può arrivare a liquidare che la provincia di Cosenza deve essere così com'è una e indivisibile. La sua opinione, però, è in contrasto con quella di Antoniozzi, un pezzo da 90 del suo partito! Io potrò anche andare in contrasto con quello che dice Antoniozzi che ha un ruolo importante, vicepresidente del gruppo parlamentare della Camera, ci mancherebbe altro. Detto ciò, un partito c'è con i suoi organismi, con le sue articolazioni territoriali, si deve discutere di questa cosa. Non si può liquidare questa cosa con una battuta, non la condivido e mi batterò alla ripresa di settembre perché Stasi non sia il paladino solitario di questa battaglia che magari utilizzerà in modo strumentale come ha fatto per la candidatura a sindaco. Perché non era per la fusione e si è poi candidato a sindaco di Corigliano-Rossano. Magari farà la stessa cosa adesso per la provincia. Ma, quindi, la nuova provincia si può realizzare, sì o no? Bisogna considerare la legislazione vigente. Alcuni suggeriscono di unire Corigliano-Rossano e Crotone per avere un maggiore potenziale. E come si gestisce poi questo territorio immenso? Certo, questo è un problema serio, perché è chiaro che sarebbe da un punto di vista proprio orografico un territorio difficile, perché da Steccato di Cutro a Rocca Imperiale credo che ci siano duecento chilometri; e duecento chilometri via lineare di un territorio lungo e stretto diventerebbe molto difficile ad immaginarlo, però voglio dire, la discussione è aperta, l'importante è che ci sia la discussione aperta e non chiusa aprioristicamente.