«Stasi e Caracciolo, nel 2016 si offendevano, oggi insieme come Pinqua&Co»
La Coalizione per Straface: «Caracciolo sta in disparte in questa campagna elettorale, mentre la Guardia di Finanza sta in Comune ad acquisire gli atti, le indagini chiariranno come si sia giunti ad un tale paradossale risultato»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Vicenda Pinqua (Programma Nazionale per la qualità dell'Abitare), le indagini, ormai avviate e con la Guardia di Finanza in Comune ad acquisire gli atti, chiariranno come si sia giunti ad un tale paradossale risultato. Ma è giusto chiedersi cosa possono fare oggi e nell'immediato i due protagonisti in negativo della vicenda, il Sindaco Flavio Stasi e Tonino Caracciolo. Soprattutto è giusto interrogarsi sul perché non lo hanno ancora fatto». È quanto dichiara in una nota la Coalizione a sostegno di Pasqualina Straface.
«Stasi potrebbe, ed anzi dovrebbe, attivare le azioni in autotutela che sono nella disponibilità del Comune, con la revoca ex lege degli atti amministrativi e pervenire in ogni caso alla risoluzione dei contratti, viziati dall'enorme sproporzione tra le due prestazioni, dell'acquirente e del venditore. Perché - proseguono - divenuta pubblica la notizia, le responsabilità si allargano a coloro che, potendo, omettono di riparare. Dall'altra parte anche Tonino Caracciolo non può che essere assolutamente consapevole di approfittare della situazione in danno del comune e, quindi, della collettività, con l'incasso di 104.000 euro per beni da lui stesso pagati poche centinaia di euro. Un comportamento simile non va bene in assoluto per qualsiasi cittadino, ma ancor di più è esecrabile per chi ha rivestito ruoli pubblici importanti, addirittura di Sindaco della Città. Da lui ci si aspetterebbe un sussulto di dignità e la restituzione al comune delle somme percepite, trasformando nel contempo la vendita in un atto di donazione (considerato peraltro l'esiguo valore dei beni). Sarà capace di tanto? Converrebbe ad entrambi, a loro tutela e per evitare guai peggiori».
«Lasciando, invece, le cose come stanno, per Caracciolo - continuano - si conferma l'addensarsi di un'ombra su decenni del suo impegno politico e l'avvio verso una decadente e triste fase crepuscolare; e per Stasi lo spessore cinico del personaggio, dando fiato alle voci che vogliono che, a composizione dello scontro del 2016, sia stato stipulato tra i due uno spregiudicato patto, fatto di scambio di favori, palesi ed occulti, da elargire attivando le leve del potere e le finanze pubbliche».
«Ecco da cosa va liberata la Città».
«Pinqua è l'acronimo di Programma Nazionale per la qualità dell'Abitare ed è una linea di finanziamento ai Comuni per la rigenerazione urbana. A Corigliano-Rossano, invece, - spiegano - ha assunto un altro significato: è il soprannome attribuito a Tonino Caracciolo, ribattezzato Tonino Pinqua, esponente politico di lungo corso e da cinque anni sostenitore del Sindaco Stasi. In verità i due nel 2016, per come testimoniato da video diffusi sulla rete, se le sono date di santa ragione dai palchi della campagna elettorale dell'allora Comune di Rossano, da candidati a Sindaco su fronti contrapposti: per Caracciolo, Stasi era il discendente di una famiglia di palazzinari abusivi e dediti al malaffare che lui aveva combattuto; per Stasi, invece, Caracciolo era uno che viveva di prebende pubbliche, asso pigliatutto di incarichi professionali dai vari Enti».
«Non proprio un'elegante polemica politica!»
«Che cosa poi è accaduto - si legge più avanti - per soffocare tale astio personale, sanare offese così gravi e formare addirittura un sodalizio inossidabile? Tornando ai Pinqua è accaduto che, nell'ambito dell'intervento riguardante il Centro Storico di Rossano, il comune ha proceduto all'acquisto di immobili da ristrutturare, per ricavarne abitazioni da assegnare alle fasce sociali deboli. In due casi il venditore è stato proprio lui, Tonino Caracciolo Pinqua. E, dunque, qual è il problema? Il problema c'è ed è anche grave. È emerso in maniera chiara ed inequivoca che i due immobili sono stati venduti al comune a 104 mila euro, un prezzo 100 volte superiore al loro reale valore. Una volta divenuta pubblica la vicenda, il Comune da una parte e Caracciolo dall'altra, sostanzialmente hanno solo balbettato qualche frase sconnessa e senza senso, rimanendo reticenti ed omettendo qualsiasi spiegazione».
«A Caracciolo deve essere stato chiesto anzi intimato, di stare in disparte in questa campagna elettorale, in cui non ha lasciato traccia alcuna. Mentre qualcuno, un cittadino esemplare, ha presentato una corposa denuncia alle Autorità competenti, Procura Penale e della Corte dei Conti, che però hanno i loro tempi per procedere» concludono.