Il Partito Democratico c’è… Stasi, no! Nessun segnale del sindaco alle aperture “sinistre”
Fumata grigia dalla direzione locale di ieri. I Dem aspetteranno qualche altro giorno poi c’è chi andrà con il polo civico del primo cittadino, chi si disinteresserà delle comunali (pochi) e chi, invece, è già pronto ad andare con la Straface
CORIGLIANO-ROSSANO – Le elezioni amministrative di giugno hanno già decretato una sconfitta; è quella del Partito Democratico che ha ufficialmente dato testimonianza di non essere una entità concreta e soprattutto unita. La direzione locale tenutasi ieri sera nella sede di Via Roma, a Corigliano centro storico, a due passi dal municipio, alla presenza del segretario provinciale Vittorio Pecoraro, del vice presidente del gruppo in Consiglio regionale, Franco Iacucci, del segretario cittadino, Franco Madeo, della dirigente regionale Francesca Dorato e dei componenti del direttivo, non ha partorito nulla di interessante.
Quella avrebbe dovuto sancire l’alleanza con Stasi, in realtà, si è rivelata l’ennesima riunione in cui si è discusso molto e deciso nulla. Perché proprio da Stasi il Partito Democratico non ha ricevuto – anche in questa occasione – nessun segnale. O meglio, gli stasiani del PD che fanno parte del direttivo civico ieri sera erano presenti, a partire da Franco Pacenza a finire a Mariolina Cacciolla e Carlo Caravetta, ma – di fatto – non hanno toccato palla, facendo un po’ quello che è il gioco del sindaco che vorrebbe per sé i voti del Partito Democratico (che poi bisogna davvero capire quanti sono) ma senza simbolo. Ed è qui il dilemma vero. Perché la dirigenza, sia regionale e provinciale che parte di quella locale (quella che primordialmente si rifaceva alla mozione Madeo) vorrebbe schierare il PD nella coalizione Stasi, con una propria lista e con tutti gli emblemi del caso; diversamente da quelli della mozione Cacciolla che, invece, vedrebbero una partecipazione piddina con Stasi ma in assetto prettamente civico. Proprio come piacerebbe al primo cittadino.
Poi, ovviamente, c’è la terza area democrat, quella vicina alla mozione Tagliaferro-Genova che, invece, di andare con Stasi non ne vogliono proprio sentire parlare. La loro prima e unica proposta, in realtà, fu quella per la quale il Partito Democratico avrebbe dovuto lavorare per creare una coalizione politica di centro sinistra e, nel caso non ci fosse riuscita, tentare la via solitaria, per misurarsi con dignità ma senza alcun matrimonio con Stasi. Oggi, senza simbolo e messi all’angolo dal loro stesso partito quest’area sarebbe addirittura in procinto di confluire con propri candidati al consiglio comunale nella grande coalizione che sta allestendo Pasqualina Straface. L’apertura fatta ieri sera dalla pasionaria di Forza Italia a quel mondo democratico, civico e popolare, rappresentato da Gino Promenzio è un segnale importante verso questa direzione.
Prima di mollare definitivamente il bouquet di rose rosse sulla gradinata della chiesa, il PD si è dato qualche altro giorno di tempo (la Settimana Santa dovrebbe essere determinante). Poi, sen anche la prossima settimana dovesse trascorrere senza l'atteso sussulto di Stasi, è probabile che ognuno vada per la propria strada.
Ora, è chiaro che il Partito della Schlein a Corigliano-Rossano in questi anni non ne ha azzeccata una (sono stati molto più concreti, decisi e perentori i Giovani Democratici che hanno già scelto da tempo con chi stare e come connotarsi alle prossime elezioni). Il PD ha sbagliato tutte le strategie e oggi rischia seriamente di rimanere con il cerino in mano in attesa di uno sposo (Flavio Stasi) che i bookmakers dicono che non arriverà mai e che lascerà la sposa all’altare!
Le prossime elezioni comunali – ed è giusto che di questo il Partito Democratico e le sue liturgiche impostazioni ne siano consapevoli – saranno un campo di battaglia in cui si scontreranno la “gloriosa macchina da guerra” della politica partitica e il civismo populista. Ed è quello che vuole Stasi (ma anche la Straface) perché è convinto (da sempre) che l’unica forza prorompente e dirompente per scardinare il sistema è proprio la capacità di separare i due blocchi: da una parte i partiti, i loro sistemi di potere, le loro strutture verticistiche, le loro cerimonie, la loro forma mentis di gestire la cosa pubblica; dall’altra parte chi si oppone a questa visione delle cose. Che è poi la stessa visione impostata dal Movimento 5 Stelle, dal primo grillismo. Ecco, se proprio un simbolo nella coalizione che presenterà il sindaco, potrà starci sarà proprio quello del M5S, che è direttamente affine alla visione stasiana e rappresenta, tra l’altro, l’unica ancora identitaria sulla quale può confluire il consenso di un popolo elettorale che non si rivede nella costellazione partitica italiana.
Certo, questa è campagna elettorale. Poi il governo della cosa pubblica è altra cosa. E la storia ha dimostrato che quando si è al potere – purtroppo – il modus operandi è lo stesso di tutti ed è lo stesso di sempre!