Gli arbëreshe vogliono eleggere un loro rappresentante al Parlamento Europeo
Incardinato un ricordo del Movimento Nuova Arberia al Tribunale di Castrovillari che deciderà se inviare istanza alla Corte di Giustizia Europea: l’attuale legge elettorale è del tutto discriminante per gli albanofoni
LUNGRO – Le comunità arbëreshe si appella alla legge per la tutela delle minoranze linguistiche per eleggere un loro rappresentante nel Parlamento Europeo. L’iter giudiziario a cui è ricorso il Movimento Federativo delle Minoranze linguistiche “Nuova Arberia” sta andando avanti e vede tra i patrocinatori anche Felice Besostri, già autore dei ricorsi contro le leggi elettorali Porcellum e Rosatellum. C’è speranza anche se le possibilità di vedere riconosciuto questo diritto, già a partire dalle prossime elezioni europee di primavera, sono ridotte al lumicino.
Intanto il faldone è in discussione presso il Collegio della Sezione Civile del Tribunale di Castrovillari, presieduta dal giudice Vincenzo Di Pede, che nella giornata di mercoledì 13 dicembre, ha demandato a un collegio di giudici la discussione, che dovrà avvenire il prossimo 7 febbraio, sull’opportunità o meno di dare corpo concreto al ricorso.
Saranno, dunque, i giudici del foro del Pollino a decidere se rimettere alla Corte di Giustizia Europea la questione relativa al diritto (o meno) dei paesi dell’Arberia di «esercitare il voto libero, uguale, personale e diretto nonché di candidarsi così come garantito dalla Costituzione italiana».
I ricorrenti chiedono, infatti, la modifica della legge elettorale europea perché, nella forma attuale, risulta essere discriminante, poiché viene negata alla minoranza arbëresh di esprimere un proprio rappresentante in seno al Parlamento Europeo. Una comunità, quella italo-albanese, costituita da 50 comunità disseminate a macchia di leopardo in sette regioni italiane (Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Abruzzo), e che nella provincia di Cosenza consta di una trentina di comuni con un totale di oltre 40.000 abitanti.
A presentarsi davanti al giudice Di Pede sono stati il professore Felice Besostri, già relatore in Senato della Legge 482/99 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, uno dei più autorevoli esperti di leggi elettorali, Enzo Paolini ed Emanuela Capparelli, legali del “Movimento Federativo delle Minoranze Linguistiche “Nuova Arbéria”. A rappresentare i ricorrenti in tribunale erano presenti Gennaro Capparelli, sindaco di Acquaformosa e Carmine Ferraro, sindaco di Lungro. Per l’Avvocatura di Stato era presente l’avvocato Francesco Gallo.